Ma vi ricordate di Freya? No? Già dimenticata? E di De Lorenzo? Ora moltissimi, me compreso, chiedono pietà per l’orsa JJ4 – gli altri non so, personalmente sapendo che è inutile ma va fatto. Ma Freya, ve la ricordate? Uccisa perché potenzialmente pericolosa, una tricheca che amava vivere in un fiordo a contatto con gli esseri umani che, evidentemente, trovava simpatici, povera lei. Si scrive “potenzialmente pericolosa”, si legge “ci graffiava le barche”. E via, un’iniezione letale a tradimento. Quindi, JJ4: che speranze ha di un trattamento equo? Domanda retorica, non rispondete.

Certo, il web si è scatenato: e quando il web si scatena non ottiene assolutamente nulla, salvo alcune perle per la riflessione, tra cui abbiamo scelto due sensazionali, una in positivo e una in negativo. In positivo (di cui non abbiamo fatto il fact-checking – ops, 100.000€ di multa): dal 1977 ad oggi in Italia si conta un (1) morto per attacco di orso, mentre i morti in incidenti di caccia nella sola stagione venatoria 21-22 sono stati 90. Il sottoscritto, giusto per dare un contributo in stile AF, non è mai stato attaccato da animali selvatici in 30 anni di giri nei boschi del FVG, però un cacciatore mi ha sparato contro perché gli disturbavo l’appostamento – si fa per amore di aneddotica, eh.

Sarà che in paesi civili gli animali vengono considerati con la definizione di persona non umana, mentre noi continuiamo a dare valore ad umani non persone. A questo proposito, il meme negativo che gira sugli orsi in questi giorni. Cito testualmente: “Quelli che sono per eliminare l’orso dalla Val di Sole perché temono di non poter più passeggiare tranquilli per i boschi… vi invito a fare una passeggiatina fuori dalla Stazione Centrale di Milano, così vi fare un’idea chi è più animale”. La quale cosa sta circolando a tutta velocità come argomento a favore dell’orsa, degli orsi, dell’animalismo, dell’anti-specismo. Bello: peccato che, sintassi a parte, in ciò vi sia un razzismo rivoltante contro l’umanità borderline che popola – effettivamente – l’esterno delle stazioni del mondo: avete presente gli ultimi, i diseredati, quelli nei confronti dei quali l’intervento è mettere gli spuntoni sulle panchine perché non possano stendersi ed eliminare le fontanelle d’acqua per impedirgli di bere? Ecco, sono quelli che l’autore del post (che si firma, ma chissà) paragona agli animali in negativo.

Ma poi, il problema è la pericolosità? Se sì, allora abbiamo un urgente bisogno di ridefinire il concetto, perché in my humble opinion – imho la pericolosità si annida nell’avidità di chi spiana l’Amazzonia etc etc (solo per fare un esempio, sono numerosi come le stelle del cielo i casi che si potrebbero addurre), di chi emana i decreti sicurezza, di chi taglia miliardi su pensioni, sanità e istruzione. E anche di chi vagheggia il ritorno dell’autarchia linguistica se è per questo, sempre imho.

La questione è articolata e complessa, e non diamo un grande apporto nemmeno con queste poche righe: ma posso sintetizzare la conclusione dicendo che personalmente mi sento assai più in pericolo quando passo davanti a piazza Oberdan 6 che non nella foresta millenaria di Tarvisio. E lo dico totalmente fuori di metafora. Pensiamo, infine, ad Antonio, quello di Simone Cristicchi: che potrebbe essere il personaggio di riferimento di tutto il mondo animale, e non solo quello della malattia mentale. Perché Kiska, Freya, JJ4 e miliardi di altri esseri senzienti avrebbero tutto il diritto di cantarci in faccia

Ora prendete un telescopio, misurate le distanze: guardate, tra me e voi chi è più pericoloso?

 

Vieri Peroncini per MifacciodiCultura