Anche se non abbiamo letto le sue opere, almeno da bambini, tutti per fama conosciamo i personaggi d’avventura di Emilio Salgari (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911), come il Corsaro Nero o Sandokan, quest’ultimo soprattutto molto noto grazie alla serie televisiva trasmessa dalla RAI negli anni ’70, Sandokan – La tigre della Malesia (in copertina)

Emilio Salgari
Emilio Salgari

Ma nonostante una vita così ricca di ispirazione, fantasia e d’avventura, seppur immaginata, la fine dell’esistenza di Salgari fu tutt’altro che serena: lo scrittore nel 1911 si suicidò dopo che sua moglie (che chiamava affettuosamente Aida come l’eroina di Verdi) fu rinchiusa in un manicomio per problemi psichiatrici quello stesso anno, e dopo aver scritto tre lettere d’addio, per così dire, ai suoi figli, ai suoi editori e ai direttori dei giornali torinesi, presso cui aveva lavorato. Risultano molte dure le sue parole riguardo il trattamento che subì durante la sua attività letteraria, poiché comunemente si dice che furono soltanto gli editori a guadagnarci dalle sue opere (infatti la critica non aveva mai dato molto peso ai racconti di Salgari, nonostante piacessero ad un pubblico soprattutto giovanile).

Ai miei editori:
A voi che vi siete arricchiti con
la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia
in una continua semi-miseria od anche più,
chiedo solo che per compenso dei guadagni
che io vi ho dato pensiate ai miei funerali.
Vi saluto spezzando la penna.

Emilio Salgari
Il Corsaro Nero

Tra l’altro, Emilio Salgari lasciò che l’ombra del suo suicidio invadesse la vita dei suoi famigliari, poiché, collezionando altre vicende drammatiche, due dei suoi figli, Romero e Omar, si tolsero anch’essi la vita rispettivamente nel 1931 e nel 1963, seguendo le orme del genitore. A sua volta lo stesso autore aveva imitato il gesto del padre, morto suicida nel 1889.

Facciamo però un passo indietro. Salgari (il cui cognome per esattezza andrebbe pronunciato Salgàri, per la sua derivazione dialettale veneta da salgàr, il salice nero) era nato il 21 agosto 1862 a Verona da una famiglia di commercianti e da giovane intraprese gli studi in un istituto nautico, studi che però non concluse mai, non acquisendo il titolo tanto onorato e tanto sperato di capitano di marina. Infatti quella a bordo dell’Italia Una fu la sua unica esperienza degna di nota per mare. Nonostante questo, dagli ottanta romanzi e da più di un centinaio di racconti brevi che ha lasciato in eredità ai suoi lettori, si può cogliere ugualmente come il mare e lo spirito d’avventura scorressero nelle sue vene.

Lo stesso autore si lamentò di come non si riposasse mai perché costretto, oltre le svariate ore nel corso della giornata trascorse a scrivere senza tregua, a fermarsi nelle biblioteche magari anche durante la notte, a documentarsi su quanto stava lavorando. Certamente, a posteriori, questi studi di approfondimento e questa documentazione sono punti a suo favore, che dimostrano la cura della sua produzione letteraria e la veridicità di contesti storici e sociali trattati. Dall’altro canto però ciò costituì ancora più tensione per lo stesso Salgari e ancora più pressione nei confronti dei suoi editori senza scrupoli.

Emilio Salgari
Le tigri di Mompracem

Addirittura ad Emilio sono stati attribuiti proprio dalle case editrici ben cinque romanzi sulle vicende dei Pirati delle Antille che mai scrisse e per questo detti romanzi apocrifi.

I selvaggi della Papuasia, La tigre della Malesia, La nuova Arena, La favorita del Mahdi sono i primi titoli che scrisse, a cui possiamo aggiungere negli anni seguenti opere quali Alla conquista di un impero, Sandokan alla riscossa, Il Corsaro Nero, La regina dei Caraibi, I Corsari delle Bermude. Ad ogni modo, per sistematizzare la sua produzione romanzesca, Salgari suddivise i titoli in cicli narrativi, che riguardano appunto i Pirati della Malesia, i Corsari delle Antille, i Corsari delle Bermude e il Far West. A tutto questo si aggiungono altre serie di racconti, che risulterebbe difficoltoso elencare, concernenti avventure di vario genere in India, in Africa e in Russia.

Insomma, come nella vita turbolenta che visse, così sulla carta stampata, Emilio Salgari non si fece mancare nulla, nelle sue lunghe serie di stravaganti vicende.

Francesca Bertuglia per MIfacciodiCultura