Già, infatti: cosa resto a fare qui?. Mi verrebbe da rispondere: per raccontare. Per dimostrare che quanto di più bello può fare l’amore è consegnare una persona all’eternità del ricordo. E’ una lezione antica di tradizione classica, ma talmente vera che si perpetra inossidabile e occorre ribadirla finendo di leggere il racconto Lui per lei di Ernesto Masina (NeP Edizioni, 2023).

L’atto d’amore per completarsi ha bisogno di due persone: quella che lo elargisce e quella che è disposta ad accoglierlo. E chi è disposto a conservarlo oltre il “suo tempo”, come Masina che compie un sortilegio narrativo amoroso: nell’imprimere su carta le ultime ore di vita di sua moglie, dopo ben sessantadue anni e quattro giorni di matrimonio, tratteggia – scegliendo snodi esplicativi del loro grande sentimento – anche i loro decenni di vita nunziale.

Tu non sei in gravi condizioni per una vera e propria patologia. Ai tuoi malanni, che curiamo da tempo, non se ne sono aggiunti di più gravi. Ma hai deciso di lasciarti morire. E questa non è una malattia curabile. Ti capisco. Negli ultimi tempi tutti i movimenti per te erano uno sforzo, forse un’umiliazione. Hai quindi deciso che non è più logico lottare, nonostante le tante battaglie vinte insieme.

Mentre la compagna di una vita sta comprimendo il petto negli ultimi respiri viene consegnata alla libertà del dolore – anche questo grande gesto d’amore – suo marito che, dal comparire dei suoi malesseri in poi, si è sentito comunque così utile da essere io grato a te (a lei, ndr) ripensa a quanto le sia sembrata sempre bella come la prima volta che l’ha vista; innamorato come la prima volta che le ha stretto la mano nella sala di un cinema; appagato come quella prima notte di nozze finita, nell’inesperienza, nella stanchezza degli obblighi rituali e i tanti chilometri in macchina per raggiungere la meta del viaggio di nozze, ma senza perdersi l’uno nel corpo dell’altro.

Ci sarebbe stato tanto tempo per fare l’amore, per corrispondere i loro “amorosi sensi” e mettere al mondo le loro figlie. E’ questo potente sentimento, misto all’incancellabile ricordo, che devono aver spinto Masina a mettersi a scrivere della loro storia d’amore. Come ultimo tributo. Una reazione meravigliosa, dinanzi a chi si perde – per leggittima scelta – all’oblio per non soffrire.

Resta la serenità della pace dell’altro, la fortuna dell’amore, la gioia di averlo avuto in sorte. La possibilità per l’Autore di tornare in quel “posto magico”. Eravamo soli in un posto magico. Un luogo così ti permette di liberare il cuore e la mente.

Un racconto dolcissimo, delicato, sorprendentemente scevro dal dolore, così come l’amore vero merita.

Antonia De Francesco per MIfacciodiCultura