Madonna del Magnificat, dettaglio

Tutti conoscono l’abilità ritrattistica e quel tocco di dolcezza che è tipica di Sandro Botticelli nel dipingere una figura femminile. La pelle candida e lucente, la chioma dorata, quel corpo sinuoso. La sua Venere è diventata un’icona nel mondo dell’arte e non solo, un’immagine tra le più conosciute del globo. Sappiamo che ad ispirargli quel volto fu Simonetta Vespucci, la sua musa dalla straordinaria bellezza che ha dato la fisionomia a molte delle donne ritratte, ma Botticelli dipinse anche delle dolcissime Madonne con bambino che meritano lo stesso clamore dei suoi dipinti allegorici e mitologici. La prima opera di Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510), fu proprio una Madonna, durante il periodo di apprendistato presso Filippo Lippi, detta degli Innocenti per il luogo in cui è conservata.

Botticelli, Madonna del libro, 1480

Se le prime Madonne sono ancora scultoree e monumentali con il tempo il suo stile cambia e raggiunge l’apice della bellezza e dell’eleganza. Pochi artisti a lui contemporanei dipingono le donne in modo così aggraziato e mistico, coperte da un velo trasparente, illuminate da luce propria, dalle mani affusolate ed il volto dolcissimo.

Voglio iniziare questo viaggio dalla Madonna del libro (1480), conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano, una meravigliosa scena intima e domestica di una madre intenta nelle letture insieme al suo bambino. I dettagli che arricchiscono la composizione servono a rendere la scena quanto più realistica possibile. Il volume aperto, insieme agli altri sullo sfondo, ci dicono che Maria è intenta nelle orazioni e nelle letture. Il cesto di frutta è un tripudio di simbolismi legati al destino di Cristo che alludono alla Passione, alla Salvezza e alla Resurrezione. Il Bambino si gira quasi a confortare sua madre che ha lo sguardo basso, consapevole di ciò che accadrà. La dolcezza della piccola mano poggiata su quella della Madonna, con il segno accennato della benedizione, è un sigillo di tenerezza e di sacra devozione, rimarcato ancora dai preziosi dettagli dei chiodi e della corone di spine che Cristo stringe nell’altra mano.

Madonna del Magnificat, 1481

Di poco successiva è la Madonna del Magnificat (Madonna con il Bambino e cinque angeli), agli Uffizi, che ha l’inconfondibile forma del tondo solitamente destinato a doni nuziali o alle nascite. Per questo si è spesso ipotizzato che possa ritrarre la famiglia Medici, committenti e amici dell’artista, riconoscendo Lorenzo il Magnifico, suo fratello Giuliano e le tre sorelle nelle sembianze degli angeli. La madre Lucrezia sarebbe ritratta come una Madonna con in braccio la piccola Lucrezia, figlia del Magnifico, omaggiata se così fosse in occasione della sua nascita.
Concependo il quadro in modo sacro Maria è seduta in trono, incoronata dagli angeli e dalla luce dello Spirito Santo mentre è intenta a scrivere il canto del Magnificat. Ancora una volta il bambino le rivolge lo sguardo e poggia la manina sulla sua. Nell’altra stringe una melagrana simbolo, per i suoi semi rosso vivi, del sangue che verrà versato dal sacrificio di Cristo.
Un dettaglio realisticamente meraviglioso che darà origine anche alla celebre Madonna della melagrana, del 1487 (immagine di copertina), sempre agli Uffizi. Qui la scena è più intima, il bambino viene cullato dalle braccia della madre, circondata da una corona di angeli che leggono. È sparito lo sfondo paesaggistico ma tutto è inondato di luce e di azzurro.

Il volto delle Madonne di Botticelli è dolce e delicato, gli occhi nocciola, la pelle che emana luce divina e i boccoli dorati intrecciati sotto il velo. Ciò che colpisce nella loro formidabile bellezza è lo sguardo, carico di espressività, e le mani, parlanti, scrigno di simbolismi e storie tutte da raccontare.

Alejandra Schettino per MIfacciodiCultura