Legge Zero della roboticaComunemente si parla di sette leggi fondamentali che regolano l’universo, più una serie di ulteriori legge collegate alle principali. Ma per spiegare il suo universo, ad Isaac Asimov di leggi ne sono bastate tre. Le sue ormai celebri tre leggi della robotica, che in realtà sono subordinate alla cosiddetta Legge Zero, hanno consacrato Asimov come uno dei più importanti scrittori di fantascienza di sempre.

Ebreo di origini sovietiche (Petroviči, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992), Isaac Asimov si trasferì fin da piccolo con la famiglia negli Stati Uniti, a New York, risiedendo dall’altra parte del mondo rispetto alle sue radici. Una precoce passione per la fantascienza, una laurea in chimica e, successivamente, un dottorato in biochimica: Asimov entra così a far parte di un mondo che lo conquisterà completamente e al quale dedicherà la maggior parte delle sue opere, in veste di romanziere tanto quanto di divulgatore.

Il suo esordio letterario avviene negli anni Quaranta e vede come protagonisti una serie di racconti di fantascienza, spesso giocati sui robot positronici, da molti interpretati come un preludio ai suoi romanzi più celebri che compongono rispettivamente il Ciclo dei Robot e il Ciclo della Fondazione.

AsimovUna delle caratteristiche più apprezzate della scrittura di Asimov è la plausibilità scientifica che fa da base alle sue storie: Asimov fu infatti uno dei primi ad inserire contenuti divulgativi e scientifici, contribuendo in maniera sostanziale ad innalzare il genere fantascientifico a letteratura di livello.
Sempre a lui si deve poi il sostanziale rinnovo del concetto di robot: se nella fantascienza precedente i robot venivano presentati come la brutta copia del mostro di Frankenstein, nei romanzi di Asimov vengono invece trasformati in incredibili aiutanti degli uomini. Anzi, i robot hanno l’obbligo di non danneggiare l’Umanità e soprattutto di non permettere che essa riceva danno a causa del loro mancato intervento.

Asimov fu incredibilmente prolifico nello scrivere racconti e romanzi, tanto che si contano circa 500 volumi da lui pubblicati. La sua produzione non si limitò alla fantascienza, ma spaziò anche nell’ambito del romanzo giallo-poliziesco e nella letteratura per ragazzi.

Io Robot; Isaac AsimovNegli anni Sessanta abbandonò per un periodo la narrativa dedicandosi alla divulgazione scientifica, col desiderio di aiutare gli americani ad accostarsi al mondo della scienza: secondo alcune fonti, si sarebbe trattato di una reazione allo smacco ricevuto dall’America a seguito del lancio da parte dell’Unione Sovietica dello Sputnik I, primo mezzo umano inviato nello spazio (1957). Un divulgatore eccezionalmente abile a cui moltissimi si ispirarono in quegli anni, tra cui il più noto italiano: Piero Angela.

Isaac Asimov nel corso della sua vita si aggiudicò numerosi premi letterari, tra cui il Premio Hugo “Miglior romanzo di sempr” per la serie della Fondazione (1966). Negli anni gli vennero inoltre conferiti ben quattordici dottorati ad honorem da diverse università del mondo.

Isaac Asimov morì il 6 aprile 1992 a seguito di un arresto cardiaco, ma la verità sulla sua morte venne rivelata dalla moglie solo dieci anni dopo la sua scomparsa: nel 1983 era stato infettato dall’HIV durante una trasfusione di sangue, fatta in seguito ad un’operazione di bypass cardiaco.

Per volontà dello stesso Asimov e coerentemente al suo ateismo, il suo corpo venne cremato senza cerimonie e le sue ceneri furono disperse. In suo onore è stato dato il suo nome all’asteroide 5020 Asimov.

Alessia Sanzogni per MIfacciodiCultura