«Non credo che il cittadino medio sia così preoccupato per l’ineguaglianza,
a meno che non lo abbia letto da qualche parte.
A preoccuparlo è il confronto tra il proprio standard di vita
rispetto quello dei vicini di casa e degli amici.»

Unequal Scenes – scene di disuguaglianza – è un progetto del fotografo Johnny Miller che testimonia le disuguaglianze che esistono in varie città del mondo, disuguaglianze su cui nessuno si sofferma davvero, che nessuno coglie davvero. Spesso, per comprendere qualcosa, c’è bisogno di uno sguardo dall’alto, di una visione che colga l’insieme, perché dal basso non tutto è visibile, accessibile all’occhio umano. Questo progetto fotografico ha lo scopo infatti di utilizzare un drone al fine di riprendere “scene di disuguaglianza” che – come dice l’artista stesso – sono «difficili da cogliere dal basso».

Salendo in alto, si ha un punto di osservazione che solitamente è riservato ai potenti, ai ricchi, a coloro che le differenze le creano, a coloro che, conoscendo le disuguaglianze, non fanno altro che accentuarle. In questo senso, il progetto di Miller è un progetto di sfida, perché il fotografo in questo modo divulga immagini che sono scomode, perché da sempre la verità, è tanto bella, quanto scomoda, specie per i potenti. Divulgare queste immagini, mostrare come le disuguaglianze siano dietro l’angolo, un angolo che spesso non vediamo o che ci coprono per non guardare, può infatti scatenare paura, disgusto nel sentirsi complici, perché in fondo la disuguaglianza è a un passo dal nostro sguardo.

Osserviamo più da vicino il progetto fotografico Unequal Scenes di Miller. Come detto poco fa, si tratta di fotografie scattate dall’alto in cui vengono presentate varie città: Messico, Brasile, Sudafrica, Mumbai, Detroit, Tanzania, India. Sono alcune delle città che mostrano il divario immenso che esiste tra i ricchi e i poveri e come questo venga tenuto nascosto. Attraverso le parole di Miller possiamo comprendere maggiormente quanto appena detto:

«Le barriere visive, comprese le strutture stesse, ci impediscono di vedere gli incredibili contrasti che coesistono fianco a fianco nelle nostre città.»

Miller ha avuto modo di osservare in prima persona le controverse realtà che coesistono in particolare nel Sudafrica, a Cape Town. Ha osservato come la segregazione degli spazi urbani sia stata costituita come una e vera e propria politica. Le barriere, le strade che erano state costruite circa 22 anni prima, durante l’apartheid, esistono ancora oggi, amplificando maggiormente questo divario tra ricchi e poveri. Ciò che sorprende più di tutto Miller, che viene evidenziato proprio dal progetto Unequal Scenes, è che esistono, a pochissima distanza, situazioni di estrema ricchezza contro quelle di estrema povertà.

Tra le tante, emblematica è l’immagine che riprende la città del Messico, in cui vediamo l’assoluta ricchezza delle case, ma soprattutto i campi da calcio, tutti curati nel dettaglio, e poi la grande disuguaglianza che c’è al di là di una sola semplice strada, in cui ci sono tutte baracche fatiscenti e un campo che definire “da calcio” è un eufemismo. Mostrandoci due facce della stessa medaglia, Miller ci offre la possibilità di uscire dal nostro microcosmo, di farci alzare lo sguardo con delle immagini che rappresentano una verità di moltissime città, quella della disuguaglianza.

L’obiettivo di Miller con Unequal Scenes è quello di aprire le menti e lo sguardo su un problema molto vecchio, ma attuale, quale quello della disuguaglianza, ma di farlo con una prospettiva nuova, differente, che in qualche modo porti le persone in generale, e in particolare i potenti, ad affrontare questioni di disuguaglianza sociale ed economica in modo pacifico e soprattutto strutturato, al fine di raggiungere una soluzione, di superare queste assurde e insensate disuguaglianze.

Il fotografo Miller non vuole fermarsi qui, ma vuole continuare con il suo progetto e mostrare tutte le situazioni di squilibrio sociale esistenti nel nostro mondo. Riflettere sulla disuguaglianza, soprattutto quando è così vicina a situazioni di eccessiva ricchezza, è un compito che ognuno di noi dovrebbe portare avanti, perché in fondo le disuguaglianze esistono – e continuano ad esistere – nell’ottica in cui noi vogliamo che esistano.

Vanessa Romani per ArtSpecialDay