Su chi fosse Marvin Gaye è stato detto e ridetto di tutto e di più.

L’artista, i successi, le ombre, il triste epilogo: tutto è risaputo.

Eppure scrivere di lui nel 2021 è un’opportunità da prendere al volo, perché diciamocelo, questi ultimi mesi ci stanno mettendo a dura prova e la sensazione di non farcela ogni tanto si palesa in molti di noi.

Ecco perché onorare la memoria di Marvin Pentz Gay Jr – La “E” la aggiunse lui in seguito – oggi ha ancora più valore. Perché se l’artista ci ha lasciato arte in abbondanza, l’uomo ci ha insegnato cosa volesse dire “Resilienza”.

E questo è un concetto di cui farne tesoro, nel 2021.

La sua vita è stata un sali e scendi continuo, un alternarsi di gioie e dolori, di successi e cadute epocali, di luci e ombre. La forza di emergere come artista, i grandi successi, il lascito che ancora oggi è fonte di ispirazione per i musicisti contemporanei. Eppure l’inizio carriera non fu facile. Il successo tardava ad arrivare e la direzione artistica da prendere non era ancora del tutto chiara. L’incontro con Tammi Terrell – amica e collega – sembrava volgere tutto al meglio ma anche lì le ombre erano prossime. Un male incurabile mise fine alla collaborazione artistica tra i due, gettando Marvin nello sconforto più totale. Depressione e uso di droghe iniziarono a palesarsi nel suo cammino. Neanche il tempo di gioire che aveva abbastanza per piangere.

Eppure si rialzava, sempre. RESILIENZA. Gli attriti con l’etichetta discografica Motown, il successo, i due matrimoni falliti, i flop discografici, la bancarotta che lo portò a vivere in un furgone, la ripartenza in Belgio, i due Grammy vinti negli anni ’80 quando sembrava ormai uscito dal giro che conta, la risalita economica, poi di nuovo la depressione, il rientro a casa dei genitori, le premonizioni di morte, il triste epilogo.

Tutta la vita così, tra una gioia ed un dolore ma con la perenne forza di rialzarsi tutte le volte. Del resto esser artisti nella vita non è mai stato facile. Ed è proprio nelle difficoltà del vivere quotidiano che gli artisti trovano i colori per dipingere le opere d’arte migliori.

Marvin Gaye ne è stato capace e di questo gliene sarò eternamente grato.

Evidentemente anche l’epilogo della sua vita non poteva esser ovvio. Due proiettili nel petto, sparati dal padre, con la pistola che Marvin gli aveva regalato per difendersi. Luci e ombre. Eppure, anche la “grande mietitrice” non è riuscita a fargli passar la voglia di rialzarsi. Perché se in questo nefasto 2021 son qui a scrivere di lui, con la sua musica come sottofondo, allora vuol dire che non c’è proprio verso di toglier voce a Marvin Gaye.

RESILIENZA.

Grazie Marvin.

M.B.