«Mi è sempre piaciuto il deserto.
Ci si siede su una duna di sabbia.
Non si vede nulla.
Non si sente nulla.
E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.»

Zygmunt Bauman

Una vita frenetica, in cui il silenzio viene considerato come mera assenza di rumore. Questa è la vita in cui viviamo, questa è la vita che il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman definisce liquida. Una vita che non si ferma per nessun motivo, che non rallenta, che non pensa. È una vita rumorosa, chiassosa, dove il più delle volte il silenzio viene considerato come un aspetto negativo di questa incessante corsa in una gabbia dorata fatta di like e istantanee che durano un battito di cuore. Se il silenzio ha questa accezione negativa, la solitudine lo ha maggiormente.

Il concetto di silenzio come momentanea chiusura dai rumori della routine, la solitudine come possibilità di ritrovare ed entrare in contatto di nuovo con il proprio io, nel mondo contemporaneo, nella società liquida, non trova spazio e non lo trova perché in questa società, l’aspetto centrale è il rumore. Tanto più qualcosa fa rumore, tanto la sua risonanza è maggiore. È davvero così? O ciò che fa rumore è destinato a fallire? A durare giusto il tempo dell’effettivo caos?

Uno dei limiti della nostra contemporaneità, è soffermarsi sull’aspetto superficiale di un concetto. Il motivo per cui termini come silenzio o solitudine vengono associati a qualcosa di negativo, deriva dal fatto che ci si ferma solo sulla superficialità di quanto questi due termini significano. Non ci spingiamo mai oltre l’apparenza, perché se lo facessimo, ci renderemo conto dell’importante distinzione che intercorre tra l’essere soli e il sentirsi soli.

Il silenzio, così come la solitudine, non indicano necessariamente la mancanza di rapporti sociali, e quindi non equivale ad essere tristi e chiusi in se stessi. Al contrario, spesso avvertiamo un reale senso di solitudine quando siamo circondati da persone alle quali non interessa davvero nulla di noi o delle nostre emozioni, e il contrario. In questa società consumista e narcisista, dimentichiamo spesso l’importante del tempo per noi per riscoprirci, e con questo, avere anche buone idee.

La solitudine e il silenzio da cui ne deriva, sono infatti una grande fonte di ispirazione. Non solo: il silenzio ha effetti positivi anche sul sistema nervoso. Uno studio del 2013, in cui venne monitorato l’effetto del suono e del silenzio su dei topi, ha dimostrato che l’esposizione al silenzio per circa due ore, comportava l’aumento delle cellule nell’ippocampo, la regione del cervello associata alla memoria, all’apprendimento e alle emozioni. In altre ricerche scientifiche è stato poi scoperto che l’esposizione al rumore, al contrario, comporta un aumento del livello di stress nel nostro cervello, con conseguente calo delle nostre prestazioni cognitive e fisiche.

Non è un caso che grandi artisti, scrittori, psicologi hanno la necessità di silenzio e solitudine per creare. Basti pensare alla scrittrice Rowling, o allo psichiatria Carl Jung.

Non solo, leggiamo infatti:

«Senza una grande solitudine nessun serio lavoro è possibile».

Picasso

Queste sono parole del pittore spagnolo Pablo Picasso, autore di opere artistiche di un importante spessore, create ovviamente grazie al suo genio, in unione però al lavoro e al pensare avvolto nel silenzio.

Questi sono alcuni degli esempi di come il silenzio influisca sul processo di produttività in generale, e in particolare su quello di buone idee. Questi sono alcuni degli esempi di come il silenzio rappresenti una profonda fonte di ispirazione e di quanto questo aspetto venga sottovalutato a causa di un’incessante corsa al potere, fatta di rumore e caos.

Tutta questa riflessione non vuole assolutamente rinnegare l’importanza del lavoro di gruppo, dal momento che anche questo ha un ruolo importante, da non sottovalutare nella vita di un individuo. Si sottolinea qui – come è doveroso fare sempre – l’importanza di ricercare un giusto mezzo tra le due cose. È infatti vero il fatto che solo attraverso una profonda conoscenza di se stessi che si può entrare bene in relazione con gli altri.

Cerchiamo quindi i nostri momenti di silenzio,

solo così poi potremo creare suoni e non rumori.

Vanessa Romani per ArtSpecialDay