Sono l’uomo dal whisky facile,
Son criticabile ma son fatto così
Non credete, non sono un debole
M’han fatto abile, ma la guerra finì

Se c’è una cosa che mi fa tanto male è
L’acqua minerale!
Miracolosa sarà, ma per piacere io
Non la posso bere!

Perdonate se ho il whisky facile
Son sempre amabile
Pur se bevo così

Non mi correggo
Non mi tentate
Altre persone si son provate
Scusate tanto
Se ho il whisky facile

Fred Buscaglione, il gangster (de noantri) in musicaI versi sopra sono della canzone, o meglio sono LA canzone, Whisky facile, di Fred Buscaglione. Non fosse per l’argomento superetilico, potremmo confonderla con un testo del Piccolo Coro dell’Antoniano: ma non delle canzoni migliori (tipo, Volevo un gatto nero, o Ninna nanna del chicco di caffè), bensì di quelle che scompaiono rapidamente nell’oblio; se preferite, sarebbe un’ottima sigla per un manga animato. Sta di fatto però che, pur profonda come una pozzanghera, la canzone fu portata al successo dal suo interprete, complici un arrangiamento swing accattivante e un ancor più accattivante aplomb da simpatica canaglia di Buscaglione.

Le ragioni del fatto che a più di cinquant’anni dalla morte in un incidente stradale siamo qui a celebrare Ferdinando Buscaglione, AKA Fred Buscaglione (Torino, 23 novembre 1921 – Roma, 3 febbraio 1960), sono tutte qui. Antesignano della attuale tendenza dei famosi per essere famosi, si legge che Buscaglione era un polistrumentista (Mike Oldfield, crepa d’invidia), attore (innegabile, ha recitato in dieci film, diretto anche da Dino Risi in Poveri Milionari – rimarchevole il fatto che questa produzione si concentri tra 1959 e ’60) e soprattutto cantautore, nel senso più pragmatico ed etimologico del termine (la nostra forma mentis ci spinge ad attribuire l’appellativo di cantautore come una medaglia al valore, laddove il valore è costituito dal contenuto delle canzoni –  discorso che vale comunque per il generico autore).

Il successo di Fred Buscaglione fu comunque rapido ed enorme, e le hit che produsse rimangono ancora oggi nella memoria collettiva per l’orecchiabilità, il ritmo, il fascino canagliesco e non scevro di una notevole ironia: tutti abbiamo in orecchio testo e ritmo di una hit ante litteram clamorosa come Eri piccola, della quale eleggiamo come verso preferito «poi è nato il nostro folle amore / che ripenso ancora con terrore». Immaginiamo invece che il verso «tu fumavi mille sigarette, io facevo il grano col tressette» avrebbe fatto (faccia?) inorridire i nostri Savonarola, Gasparri e Giovanardi.

Fred Buscaglione, il gangster (de noantri) in musicaL’elencazione dei successi potrebbe continuare, dalla versione di Nel blu dipinto di blu a Parlami d’amore Mariù, da Buonasera (signorina) a Guarda che luna, per tacer di Che notte: la realtà è che, per un lasso di tempo troppo breve ed interrotto da uno spaventoso incidente stradale, Buscaglione trasformava in oro tutto ciò che toccava.

La sua carriera era iniziata, peraltro, con seri studi di conservatorio, ancorché non finiti; l’’agiografia parla di un sodalizio artistico e personale con Leo Chiosso, di notti insonni passate a discutere e comporre, di lavoro jazz in locali anche infimi in giro per l’Europa: e di una lenta produzione di canzoni ironiche aventi come tema una scimmiottatura dell’hard boiler di matrice statunitense. Complice le fisique du role, Buscaglione si fa crescere i baffi, si veste come un gangster e si cala nella parte, complice anche Gino Latilla, che perora la causa di Buscaglione presso la casa musicale Cetra, complice anche un successo inaspettato e ottenuto senza investimenti pubblicitari (980.000 copie del 45 giri Che Bambola!), Buscaglione vive una stagione aurea.

Soprattutto, però, ne fu complice un clima generalizzato. Buscaglione nella parte del gangster era credibile, e ancor più nella parte del gangster all’italiana: l’Italia intera era particolarmente sensibilizzata ad accogliere figure iconiche e macchiette a stelle e strisce. Nel 1954 Alberto Sordi era uscito nei cinema con  Un Americano a Roma, nel 1956 Renato Carosone aveva realizzato la fantastica Tu vuo’ fa’ l’americano che parla di whisky and soda, baseball e rock n’ roll: le stile di vita americano, glietterato e appetibile, trovava spazio ed emulatori ed in cambio distribuiva successo a piene mani. Si tratta, al lordo del provare stanchezza e del cercare nuove strade, di cogliere l’attimo e la tendenza, e farla propria: lo fece in modo meno macchiettistico (con tanto di gramelot, anche) Adriano Celentano, lo fece in modo più di nicchia Fred Buscaglione.

Fred Buscaglione, il gangster (de noantri) in musicaSorta di colosso dai piedi d’argilla per la leggerezza dei suoi testi, Fred Buscaglione attraversò come una cometa il firmamento delle stelle e stelline para-hollywoodiane: calato nella parte 24h, guidava una Ford Thunderbird lilla quando si scontrò con un camion trasportante porfido, terminando il volo a soli 39 anni.

Giovane, troppo giovane: come ogni stella che si rispetti.

Tutto è fermo nel giorno / l’archetto si è sfrangiato nel cantare / troppo acuto di urgenze non espresse ancora / dal tuo fragile violino / nell’urlo di una Thunderbird ferita. / Canteremo da soli il tuo ricordo.

Leo Chiosso

Vieri Peroncini per MIfacciodiCultura