Quando parlava di lei, Virginia Woolf aveva parole di autentica ammirazione: eppure Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) si dedicava alla scrittura solo incidentalmente, quasi come un hobby. I suoi primi racconti infatti nacquero con l’intento di intrattenere amici e familiari. Certo non avrebbe immaginato di rappresentare ancora oggi una delle penne più amate della Letteratura inglese e un’inesauribile fonte di ispirazione per altri libri, film e serie TV.

La trasposizione che Joe Wright fece di Orgoglio e Pregiudizio nel 2005 fu particolarmente acclamata dalla critica

Ricostruire nel dettaglio la vita della Austen non è facile. Dopo la sua scomparsa, la sorella Cassandra si premurò di distruggere ogni traccia della corrispondenza della scrittrice: delle tremila lettere originali ne rimangono oggi poco più di centocinquanta. Alcune delle informazioni giunte a noi sono contenute nella biografia memoir of Jane Austen, ad opera del nipote J. E. Austen-Leigh, che ricorda con affetto una zia sempre dedita alla vita domestica.

Jane Austen crebbe in un ambiente culturalmente stimolante: il padre, un pastore anglicano, possedeva in casa una libreria di cinquecento volumi e si occupava personalmente di impartire l’educazione ai suoi otto figli. Jane manifestò una passione per la letteratura già negli anni dell’adolescenza, componendo tre raccolte riunite sotto il titolo di Juvenilia. Queste contenevano racconti, poesie e bozze dai toni parodici o gotici, tutto materiale che finì per anticipare la successiva produzione dell’autrice.

La Austen scrisse in tutto sei romanzi, apprezzati nei circoli letterari e adorati dal grande pubblico, il quale però non sapeva chi ella fosse. Ragione e SentimentoOrgoglio e PregiudizioMansfield Park ed Emma furono infatti pubblicati in forma anonima con l’indicazione “by a Lady”; solo con i postumi L’abbazia di Northanger e Persuasione il fratello Henry si decise a rivelare il nome della scrittrice.

Dicono che Jane fosse dotata più di arguzia che di bellezza: il senso dell’umorismo e l’ironia la rendevano affascinante, ma a volte le attiravano le occhiate torve di chi credeva che un tale atteggiamento non si confacesse ai modi di una giovane donna. Ebbe una vita modesta e senza pretese, non tanto per i problemi economici che gravavano su lei, la madre e la sorella, quanto più per il proprio carattere semplice e frugale. I suoi spostamenti non la portarono mai al di fuori dell’Inghilterra: nei primi dell’Ottocento seguì il padre a Bath e, dopo la scomparsa di quest’ultimo, visse a Southampton e Chawton.

La Austen in un ritratto realizzato dalla sorella Cassandra

Nei romanzi austeniani il mondo è dipinto così come la scrittrice lo conosceva, con salotti, balli, visite agli amici e passeggiate in campagna. Nella vita di Jane come nelle sue opere mancano grandi colpi di scena e la narrazione si stringe intorno alle vicende della famiglia protagonista e ancor più delle figlie, sempre in cerca di un marito rispettabile. Nel Settecento la stabilità economica di una donna dipendeva largamente da un matrimonio vantaggioso; e la Austen finì per rendersene conto dal momento che, a differenza delle sue eroine, non convolò mai a nozze e dovette contare sull’aiuto dei suoi fratelli e sui proventi del proprio lavoro.

In realtà all’età di vent’anni Jane si legò sentimentalmente ad un avvocato irlandese, Thomas Langlois Lefroy; tuttavia la famiglia del giovane non ritenne la ragazza socialmente all’altezza e Lefroy venne allontanato. La Austen ricevette un’unica proposta di matrimonio, avanzata da un uomo benestante sì, ma piuttosto taciturno e privo di tatto. Rivalutò l’offerta quella stessa notte: la grande considerazione che Jane aveva dell’amore impediva tanto a lei quanto alle sue eroine di sposare un uomo verso cui non si provava alcun affetto. Ed è proprio mettendo su carta questa ferma convinzione che Jane Austen getta inconsciamente le basi per una letteratura femminile realista, indirizzata e fruita senza distinzioni sia da uomini che da donne. Le eroine di Jane sono lontane dagli stereotipi, ognuna con carattere e difetti ottimamente delineati, e nel complesso costituiscono un campionario dei diversi modelli di comportamento. Tra tutte le sue paladine, la stessa autrice confessò di avere un debole per Elizabeth Bennet, la protagonista di Orgoglio e Pregiudizio, senza dubbio il romanzo più famoso che abbia scritto.

Anne Hathaway interpreta Jane Austen in nel film Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro

L’attenzione alle convenzioni sociali è una costante nelle opere della Austen, tanto da essere definite Novels of manners. Ai suoi occhi tali riti avevano persino qualcosa di buffo, motivo per cui ricorreva spesso e volentieri ad una sottile ironia che rende i suoi lavori quasi delle satire addolcite. Eppure, ancora maggiore è l’accuratezza con cui l’autrice scandaglia l’animo umano e ne studia i sentimenti fin nelle loro sfumature più complesse: i personaggi austeniani sono soliti costruire da sé intricati labirinti di emozioni da cui riescono ad uscire solo nei lieti finali.

Jane Austen si spense all’età di quarantadue anni, secondo i più stroncata dall’allora misterioso e incurabile morbo di Addison. Quando parlava di lei, Virignia Woolf non poteva fare a meno di chiedersi quali altri capolavori avrebbe scritto quella “artista più perfetta tra le donne”.

Anna Maugeri per MIfacciodiCultura