Robert MapplethorpeDisruptive: non ci sono termini più pregnanti per definire l’opera dirompente e rivoluzionaria di Robert Mapplethorpe, che ha letteralmente sconvolto la Storia della Fotografia.

Nato il 4 novembre 1946 a Floral Park (New York), Robert Mapplethorpe visse l’infanzia in un contesto molto religioso, che poi avrebbe definito come “troppo sicuro per lui”. Infatti i suoi genitori, di confessione cattolica, educarono al rigore religioso Robert e gli altri cinque fratelli facendoli partecipare attivamente alla vita della comunità locale. Fu sin da subito uno studente modello, arrivando a diplomarsi in solo due anni e a iscriversi all’età di 16 anni al Pratt Institute, scuola di arte e design di Brooklyn, nonostante la forte opposizione del padre. In questo modo Robert poté uscire totalmente dal passato religioso e conservatore: lavorando per i corsi di Fotografia conobbe la tecnica del collage e molti colleghi che partecipavano attivamente a progetti artistici innovativi, a cui spesso si accompagnava anche l’assunzione di LSD. Inoltre vedendo giornali pornografici a sfondo omosessuale, affrontò per la prima volta il tema della propria sessualità, precedentemente represso dal conformismo religioso. Ciò lo portò nel 1966 a cambiare facoltà da design pubblicitario a grafica, al fine di dare libera espressione alla propria creatività artistica; lasciò però nel 1969 il corso prima di ricevere il Bachelor.

Robert MapplethorpeIn quel periodo Mapplethorpe incontrò la sua prima e unica amante, poi amica per tutta la vita: Patti Smith. Durante gli anni ’70 vissero assieme a New York continuando a spostarsi, al fine di inserirsi nel nascente sistema dell’arte. Per farlo era necessario conoscere il simbolo del cambiamento estetico e culturale di quegli anni: Andy Warhol. Infatti le prime opere fotografiche di Robert di rilevanza pubblica furono effettuate a partire da collaborazioni con Warhol, conosciuto nella Factory. Fu assunto come fotografo per i servizi di Interview, giornale co-fondato proprio da Warhol per cui Robert, con l’aiuto di Smith, realizzava collage e foto mediante l’utilizzo di materiali economici e riciclati. Il tutto cambiò però con la scoperta delle macchine Polaroid nel 1971, grazie al famoso curatore James McKendry, che aveva esposto fotografie fatte con Polaroid al Metropolitan Museum of Art: Robert trovò così un mezzo per poter catturare le immagini che più lo colpivano in qualsiasi momento, senza dover aspettare i lunghi tempi di sviluppo della pellicola tipici delle macchine tradizionali. Inoltre ebbe modo di vedere per la prima volta una vera e propria esposizione fotografica in un museo, in un’epoca in cui la Fotografia non era ancora considerata come una forma di Arte, ma era pensata come strumento esclusivamente utilitaristico.

Robert MapplethorpeA consacrare l’inizio della sua carriera artistica fu la conoscenza del curatore Sam Wagstaff nel 1972, che diventò ben presto anche suo partner di vita. Wagstaff si era già fatto un grande nome lavorando per il Wasdworth Athenaeum e per il Detroit Institute of Art, fornendo così una base finanziaria e reputazionale a Mapplethorpe per il suo ingresso nel circuito dell’arte contemporanea. Infatti grazie alle disponibilità economiche del curatore il fotografo riuscì ad uscire dalla condizione bohémien in cui viveva prima con Patti Smith e poté cominciare ad effettuare esposizioni per il grande pubblico (come quella del 1973 alla New York’s Light Gallery) e preparare copertine per album musicali (come quella di Horses, il primo Long Playing di Patti Smith). Ma parallelamente alle mostre o alle commissioni per i membri dell’alta società americana ed europea, Robert cominciò a lavorare nel 1975 ai soggetti che avrebbero poi definito la sua estetica, con la sua iconografia e iconologia veramente “disruptive”.

Robert Mapplethorpe
Robert Mapplethorpe, Larry and Bobby Kissing, 1979

In decennio in cui erano messe totalmente in discussione le antiche gerarchie di genere e la sfera della sessualità, il fotografo decise di coniugare uno stile prettamente preciso ed essenziale a contenuti letteralmente sconvolgenti. Con X Portfolio (1978) Mapplethorpe mostrò pienamente ciò che accadeva nei club notturni di New York. 13 fotografie in cui rapporti omosessuali, sadomaso e fetish erano fotografati senza censure e con un’eleganza formale unica, con un preciso scopo autobiografico: Mapplethorpe voleva esplorare se stesso e il proprio corpo, osservando quelli altrui e toccando con mano la rivoluzione sessuale dell’epoca. Negli anni successivi Robert continuò ad approfondire lo studio del corpo umano, rappresentandolo nella sua interezza e bellezza scultorea, ma ebbe problemi nel pubblicare le sue foto: ricevette sia molti rifiuti dai principali musei americani, sia minacce da senatori che volevano togliergli le sovvenzioni pubbliche per le Belle Arti. Ciò lo portò a focalizzarsi negli anni ’80 maggiormente sui soggetti tradizionali della fotografia, ossia i nudi classici e le nature morte, fino alla morte per AIDS il 9 marzo 1989.

Le sue opere continuarono a destare scalpore anche post-mortem, ma è innegabile come abbiano influenzato la fotografia contemporanea, sublimandola ad arte, e come abbiano fatto uscire allo scoperto tematiche importanti come sessualità ed erotismo. Favorendo una rivoluzione che dura ancora oggi.

Filippo Villani per MIfacciodiCultura