Snapchat ART: l’arte contemporanea diventa social

Snapchat è quel social network nato nel 2011 che permette di realizzare brevi video che una volta pubblicati rimarranno visibili sono 24 ore per poi essere cancellati. Se fino a non molto tempo fa spopolava indisturbato anche grazie ai filtri che proponeva (quello del cane che si apponeva sul volto inquadrato l’abbiamo vista per alcuni mesi utilizzata da chiunque), ma da quando Instagram ha creato le stories, ovvero video analoghi a quelli di Snapchat, gli utenti sono divisi. Ma nonostante ciò il social creato da Evan Spiegel, Reggie Brown e Bobby Murphy rimane il più usato al mondo, con 300 milioni di utenti attivi.

Questo il quadro molto generale di cosa sia oggi Snapchat mentre lancia una nuova funzione dedicata all’arte: non solo faccine, emoticons, filtri e quant’altro, ma vere e proprie opere d’arte potranno comparire nelle foto e nei video degli utenti in alcune parti del mondo. Il fine di Snapchat ART è quello di promuovere gli artisti attraverso un mezzo decisamente pop ma al contempo efficacie.

Il primo artista a prestarsi all’esperimento è stato Jeff Kons, piovere del kitch e amante del pop: ecco che le sue opere compaiono sullo schermo degli utenti che si trovano a New York, Parigi, Rio De Janeiro, Londra, diffondendosi a macchia d’olio tra gli smartphone e quindi portando l’arte anche nelle vite di chi poco o per nulla la considera.

Forse qualcuno potrebbe storcere il naso vedendo le opere d’arte “ridotte” a divenire semplice abbellimento di una foto di dubbia fattura, che tra l’altro entro 24 ore scomparirà dai social. L’arte diviene decorazione e perde tutto il suo significato intrinseco che l’ha resa tale poiché da esso non può essere scissa. Vero, il confine tra arte e decorazione può essere labile, ma questa iniziativa da un altro punto di vista può essere, come già detto, un modo per coinvolgere più persone possibili nel mondo dell’arte, spingendole ad incuriosirsi, ad appassionarsi, a studiare e, perché no, a decidere di investire proprio in opere d’arte.
Bisogna sempre ricordarsi che non tutti siamo uguali, in particolare non tutti abbiamo lo stesso background e questo molto spesso significa che un’ampissima fetta di pubblico è esclusa dalla comprensione dell’arte contemporanea: una “semplice” caccia all’opera d’arte su Snapchat potrebbe riuscire nell’impresa di accorciare quella distanza tra pubblico e arte creando un circolo virtuoso.

Carlotta Tosoni per MIfacciodiCultura