Leonardo da Vinci è stato una delle persone più geniali della storia dell’umanità, il mito della sua intelligenza e curiosità si è tramandato nei secoli ispirando libri best seller, documentari internazionali, film hollywoodiani e narrazioni di ogni tipo. Sarebbe superfluo continuare ad elogiare e raccontare la sua grandezza nel panorama culturale mondiale di tutti i tempi. Ma cosa c’era dietro il suo genio? Da dove provenne? Che tipo poteva essere presumibilmente Leonardo?

La città di Vinci

Leonardo da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) sarebbe apparso ai più un tipo strambo: un bambino che passava il tempo esplorando valli e colli intorno a Vinci, spesso perdendosi, oppure che passava il tempo oziando all’osteria di proprietà della famiglia, ma appena ne aveva la possibilità cercava di esprimersi attraverso l’arte disegnando su legno, creta o sabbia. Una vivacità che era nelle condizioni di esprimersi nella tenuta del nonno Antonio. Il padre, Ser Piero, invece, era un noto notaio fiorentino con la nomea di grande amatore: molte furono le sue compagne tra cui Caterina, la madre di Leonardo da Vinci, probabilmente una schiava orientale comprata a Venezia da un suo cliente. Per il padre il giovane Leonardo non era altro che uno dei suoi tanti figli illegittimi, dunque il loro rapporto non fu dei migliori, ma le conoscenze del padre frutteranno al figlio l’ingresso presso la prestigiosa bottega del Verrocchio dopo che il fratello di Piero, Francesco, gli mostrò le bozze dei primi lavori del bambino prodigio.

La sua curiosità lo portò a studiare ed esplorare ad ogni costo, anche se questo era rappresentato dal profanare cadaveri senza alcun scrupolo di tipo religioso in un’epoca in cui il potere e l’influenza del Cattolicesimo della Chiesa romana erano molto forti, infatti c’è da ritenere che Leonardo da Vinci fosse ateo o agnostico, almeno lo fu per la maggior parte della sua vita (si parlerebbe di una sua conversione in punto di morte). Ma anche se non aderì ad una fede rivelata, Leonardo aveva un profondo rispetto per quella natura e la vita in generale di cui cercava di scoprire ogni segreto: ciò lo porto a scegliere di essere (o almeno così sembra) vegetariano per scelta personale (non per semplice moda!).

Le caricature di Leonardo Da Vinci

Un presunto ateo, vegetariano nella terra della bistecca, per di più appartenete alla “setta dei mancini”, infatti lo scrivere utilizzando la mano sinistra fino al secolo scorso era considerato un segno demoniaco, caratteristica che lo portò ad adottare uno stile di scrittura “orientale”, cioè scrivendo da destra verso sinistra (caratteristica di lingue come l’arabo) ed iniziando dall’ultimo foglio di un quaderno per poi andare a ritroso (come avviene per i manga, i famosi fumetti giapponesi). Caratterialmente venne descritto come un burlone: sempre incline alla battuta, a irridere personaggi disegnando caricature grottesche e a raccontare barzellette, di cui alcune a luci rosse, come ad esempio

Una aveva i piedi molto rossi e, passandole appresso, uno prete domandò con ammirazione donde tale rossezza dirivassi; al quale la femmina subito rispuose che tale effetto accadeva perché ella aveva sotto il foco. Allora il prete mise mano a quello membro, che lo fece essere più prete che monaca, e, a quella accostatosi, con dolce e sommessiva voce pregò quella che ‘n cortesia li dovessi un poco accendere quella candela.

Ebbene sì, anche nel medioevo ci si burlava dei prelati, alcune cose non hanno tempo!

La casa natale di Leonardo Da Vinci

Detto della sua grandezza, Leonardo era pur sempre un comune mortale come tutti noi: anche lui ne ha sparate di stupidaggini o era ignorante in alcuni campi. Cosa rispondereste se vi dicessi che il genio del Rinascimento non conosceva il latino? Ebbene sì, ma non sono io a dirlo, ma il genio in persona definendosi “Omo senza lettere”, cosa sconveniente per uno scienziato poiché il dibattito accademico dell’epoca non si svolgeva in inglese, ma nella lingua di Cicerone.

Guardando ai nostri giorni Leonardo Da Vinci non sarebbe sembrato esteriormente molto diverso da una persona dei nostri tempi. La sua umanità e scelte di vita sembrerebbero comuni, quello che lo rendeva fuori dal comune era probabilmente il suo disinteresse per l’impressione che dava agli altri di sé, vivendo semplicemente la sua vita come gli pareva. Una lezione che oggi sarebbe molto utile riscoprire.

Pierfrancesco De Felice per MIfacciodiCultura