Sir Walter Scott
Sir Walter Scott

Il romanzo storico è un genere che si nutre della straordinaria compresenza della fuga letteraria e, allo stesso tempo, della componente storica che dal passato ritorna per dare sussistenza al senso della narrazione. Se per la nostra Italia, al solo pronunciare “romanzo storico” pensiamo alla colonna letteraria portante di tutta una tradizione, quale è il Manzoni, laddove invece allarghiamo lo sguardo a un panorama di più ampio respiro, ci scontriamo con l’imponente nome di Walter Scott.

Nato a Edimburgo il 15 agosto 1771 (morirà il 21 settembre 1832), Walter Scott è lo scozzese più rilevante in un discorso sul romanzo che unisce svago a storicismo e patriottismo, o nazionalismo. L’evasione propria del nuovo genere che trova il padre fondatore nello scrittore scozzese è di stampo prettamente romantico, che tende a staccarsi dal mero dato reale per dirigersi una epoca “ideale” ma non idealizzata. La fuga però non sussiste senza quegli episodi della storia passata che ritornano attualizzati in nome del loro significativo senso nazionalistico.

A cosa potrebbe servire un’unione letteraria tra evasione e storia? Walter Scott ha saputo fornire la corretta risposta, dando origine a un filone narrativo dalla lunga gloria e dal successo senza fine: uno sguardo retrospettivo può fornire soluzioni a situazioni d’impasse presenti, e da qui la necessità di proporre un fatto storico che funge da ideale ma che non sia idealizzato, pena l’efficacia dell’intento stesso.

Walter Scott mette in campo tutta la sua maestria letteraria per fornire la massima spinta propulsiva al romanzo storico con la sua prima opera iniziata nel 1805, ovvero Waverly, uscita anonima nel 1814. Seguono La sposa di Lammermoore (1819) e il celebre Ivanhoe (1820).

La lizza di Ashby in una stampa di The Graphic
La lizza di Ashby in una stampa di The Graphic

Se nei primi scritti, la protagonista indiscussa delle pagine è la storia – e, nello specifico, la battaglia tra Inghilterra e Scozia tra 1500 e 1600 – nel testo del 1820 l’attenzione è al Medioevo del XII secolo di Riccardo Cuor di Leone, di Giovanni Senza Terra, delle crociate e del contrasto tra i Sassoni e il popolo dei Normanni. Qui, la celebrazione di un passato è volto alla commemorazione delle conquiste a cui ha portato, e delle quali gli scozzesi vanno fieri.

Ma l’elogio non avrebbe trovato fertile accoglienza tra le menti e i cuori del pubblico del tempo senza un adeguato gusto e un’idonea presenza d’avventura. Non erano infatti estranee le mire commerciali, oltre che letterarie, di Walter Scott: il successo e la fama legati al suo nome sono dovuti all’acume intellettuale dello scrittore, che seppe condensare tra le sue pagine gli elementi di interesse della cultura del suo tempo con la dote storico-narrativa che gli era propria.

Da qui, l’inevitabile presenza di tematiche romantiche, le sole che sapessero incontrare felice riscontro e ricavare rosea risposta da parte del pubblico. Foreste, il clima e l’atmosfera notturni, i castelli, la prigionia, i sotterfugi tra i protagonisti e i tornei sono alcuni degli elementi e ingredienti per la gran ricchezza di trama dell’Ivanhoe.

La scena era singolarmente romantica. Sull’estremità di un bosco, a circa un miglio dalla città di Ashby, vi era un vasto prato le cui erbe risplendevano del più smagliante verde […]. Le aperture per l’ingresso dei combattenti erano all’estremità settentrionale e meridionale della lizza […]. A ciascuno di questi portali v’erano due araldi accompagnati da sei trombettieri, da altrettanti valletti e da una forte scorta di uomini d’arme per mantener l’ordine e accertare la qualità dei cavalieri che volevano impegnarsi in quel gioco marziale.

ivanhoe-es-una-novela-escrita-pro-sir-walter-scott (1)In questo passo tratto dal capitolo VII dell’Ivanhoe ritroviamo la descrizione minuziosa del momento che precede l’inizio del torneo, a cui si presenterà Ivanhoe stesso. Emerge sia poeticamente sia narrativamente l’aria tipica medievale, che riusciamo a vedere e a percepire in tutta la sua declinazione romantica e descrittiva.

I colpi di scena e l’imprevedibilità tengono vivo l’interesse parola dopo parola, sia in fatti di guerra e scontri tra popoli sia in questioni amorose e avventuriere dei protagonisti dell’opera. Una maestosa riproposta storica, dunque, in chiave moderna, con lo scopo di incontrare il gusto a lui contemporaneo e allo stesso tempo celebrare la gloria di un passato che ha lasciato il fiero segno nell’identità nazionale.

Quale iniziatore del genere del romanzo storico, Walter Scott è rimasto una figura la cui imprescindibilità si è imposta senza eccezione, in nome di quel talento senza precedenti paragoni, tanto che persino i nostri Promessi Sposi hanno guardato a Scott come padre e alto progenitore.

Sabrina Pessina per MIfacciodiCultura