Edgar Allan Poe, l’omaggio al maestro dell’oscuro
171 anni fa moriva Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849). Una morte travagliata e misteriosa. Una cinque giorni di passione inizia il 3 ottobre 1849 con il ritrovo dello scrittore, delirante, a Baltimora. Nessuno sapeva il perché di quelle condizioni o il perché di quei vestiti che non erano suoi. La morte lo portò via con il mistero che lo aveva sempre contraddistinto durante la sua vita. Uno scrittore atipico che scrisse solo un romanzo durante la sua vita. 69 racconti che lo hanno reso uno dei padri della moderna letteratura americana e del moderno racconto poliziesco. Solo sette anni di scrittura. Altra atipicità che lo ha reso unico. Nel 1842 la crisi derivata dalla malattia e poi morte della moglie. Divenne un’alcolista e finì in estrema povertà. Un artista completo.
Una vita nata nel segno dell’arte: i genitori erano attori ed il suo nome, Edgar, deriva dal principe Edgar di Re Lear. Un nome spesso ripudiato Si fece chiamare Gaffy, Henri Le Rennet, Edgar A. Perry, Quarles e E.S.T. Grey. Anche questo lo rese misterioso.
Ci fu un caso paradossale che ci fa capire pienamente la sua personalità: nel maggio 1845 sull’Evening Mirror di New York, Poe accusò il poeta Henry Wadsworth Longfellow di plagio. L’anno prima, Poe lo aveva definito come il miglior poeta d’America. Incredibilmente, l’anno dopo un tale di nome Outis difese Longfellow. Si scoprì che Outis non era altro che uno pseudonimo dello scrittore. Il suo aspetto è sempre stato incerto. Nell’immaginario comune lo si ricorda con i baffi. Invece, durante la sua vita non li aveva mai portati. Li tenne solo durante il periodo della crisi dopo la morte della moglie. Moglie conosciuta a 27 anni quando lei ne aveva 13, nonostante un certificato che segnava 21 anni.
I suoi racconti hanno sempre parlato di temi oscuri. Celebri Il corvo e altre poesie, Il gatto nero e Annabel Lee. Poco apprezzato dal pubblico e dalla critica della sua epoca, come prassi in questi casi. Riscoperto solo dopo grazie alla cultura popolare. Spesso citato nella letteratura, musica, produzioni cinematografiche e televisive. Particolarmente azzeccata la serie The Following dove il cattivo, Joe Carroll, si ispira alle idee di Poe e crede nella “follia d’arte“, concetto spesso esposto dallo scrittore. L’omicidio come arte, come spesso raccontato. E forse è proprio questo genio lo rese folle. Follia e genio, due concetti così simili e così diversi. Due concetti opposti che si incrociano facilmente. Edgar Allan Poe era tutto questo.
Lorenzo Allamprese per MIfacciodiCultura
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