229-giorgio-morandi5B15DGiorgio Morandi, artista celebre per le sue nature morte malinconiche e scarne, nacque a Bologna il 20 luglio 1890 primo di cinque figli, e passò praticamente tutta la sua esistenza tra la città natale e Grizzana, una cittadina sull’Appennino bolognese dove passava le sue estati, dal 1985 denominata Grizzana Morandi in suo onore.

La sua formazione fu semplice ma dimostrò fin da bambino una precoce predisposizione per l’arte, di cui sono testimonianza alcuni piccoli dipinti. Dal 1907 al 1913 studia all’Accademia di Bologna. Alla morte del padre nel 1909, l’artista si trasferì definitivamente con la madre e le tre sorelle (il fratello minore Giuseppe era morto nel 1903) in via Fondazza n. 36 a Bologna.

Sempre attento alle novità d’oltralpe, Giorgio Morandi grazie viaggio a Firenze poté ammirare i maestri del passato che influenzeranno profondamente la sua pittura: Giotto, Masaccio, Piero Della Francesca e Paolo Uccello.

202122014200430_media1Nella sua prima esposizione personale, avvenuta nel 1914, già si delinea quella che sarà la sua poetica pittorica futura, basata principalmente sulla riduzione degli accordi cromatici e sulla nobilitazione degli oggetti di uso quotidiano. Oggetti di uso quotidiano, sono spesso ritratti su un piano ravvicinato e ordinati secondo principi di composizione che rimandano alla pittura di nature morte. Questo consente al pittore di conservare la resa realistica dei propri soggetti malgrado la semplificazione quasi cezanniana delle loro forma.
Tra il 1918 e il 1919 Morandi espose con i futuristi, facendosi riconoscere per il suo stile metafisico, e nel 1920 fece propri molti dei propositi di Valori plastici, la rivista di critica d’arte nata proprio per diffondere le idee della metafisica e delle avanguardie europee in Italia. Note sono anche le incisioni di Morandi, la cui tecnica egli apprese da autodidatta fin dal 1911.
Dal 1930 al 1956 insegnò all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Morirà nella sua città il 18 giugno 1964, venendo quindi sepolto nella tomba di famiglia alla Certosa di Bologna.

Tutto quello ciò che viene creato da Giorgio Morandi è ambientato in uno spazio ridotto, un unico ambiente nel quale l’artista trova e perde se stesso di fronte alla meditata condotta verso il riconoscimento dell’oggetto, non come sola materia, ma come materia in movimento, materia in essere. Sono soprattutto le bottiglie, vasi e i paesaggi di Grizzana che vengono continuamente rivisti e approfonditi dal pittore: tutto il visibile è rielaborato, scaricato dell’eccesso realistico per donare nuova luce alla forma dell’oggetto in sé: attraverso tratti definiti, in geometriche proporzioni, rinomina il vero.

agog4dyIl suo carattere schivo e riservato tenne Morandi appartato e defilato fino alla suo morte, avvenuta il 18 giugno 1964 nella sua Bologna: quasi recluso in una stanza, si dedicò intensamente alle nature morte, applicando una ricerca formale metodica e rigorosa. Le sue opere diventano così una sintesi tra il realismo di Chardin e le semplificazioni formali di Cézanne.
Uguale e diverso a se stesso, Morandi approfondisce lo studio dell’oggetto preso dall’atmosfera di meditazione e dalla silenziosa contemplazione: indaga ritmi, contorni e riflessi, tessendo poesie a ritmo di rigore formale e solennità pacata e austera.

Sintesi, essenzialità sono questi i termini che scandiscono i contenuti pittorici nelle opere di Giorgio Morandi, portandolo ad un’elevata consapevolezza dell’intimo nell’oggetto. I suoi lavori sono poesie tessute, riflessione e sentimento ne rappresentano la trama.

Si può dipingere ogni cosa, basta soltanto vederla.

Giorgio Morandi

Grazia Nuzzi per MIfacciodiCultura