In Malinteso a Mosca trovano spazio Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre, compagni di vita, amanti anticonvenzionali e artefici, nella contingenza, di rivoluzioni dapprima piccole e poi immense. Emblema del femminismo col Secondo Sesso lei e Premio Nobel- rifiutato- lui, respirano nelle vicende di Nicole e Andrè, professori francesi in pensione che a metà degli anni sessanta decidono di partire per la Russia. Un mese e la destinazione per un tempo nuovo ospitano le riflessioni di due pensatori incartapecoriti dal tempo, tra noia, angoscia e riprese di un desiderio passato e disperso per i boulevard di Parigi.

Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre (1954)

Alzò gli occhi dal libro. Che noia tutte queste storie sull’incomunicabilità! Se si ha davvero voglia di avere un dialogo con qualcuno, bene o male ci si riesce sempre. Non con tutti, certo, con due o tre persone. Buie foreste e luminose pianure a perdita d’occhio: quante volte avevano attraversato lo spazio insieme, in aereo, in nave, seduti uno accanto all’altra, un libro tra le mani? E altre centinaia di volte sarebbero scivolati ancora, fianco a fianco, in silenzio, sul mare, la terra e l’aria. Quel momento aveva la dolcezza di un ricordo e la felicità di una promessa 

Andrè ama i viaggi e la storia, è persuaso che la verità della sua esistenza e la sua stessa verità non gli appartengano, e che per conoscerle debba oscuramente cercarle attraverso la terra intera, interrogando i secoli e i luoghi, e a Mosca comincia ad approfondire la politica, l’economia, le questioni sociali; Nicole reagisce con tristezza passiva agli sguardi “di gentilezza distratta e ruvidezza amichevole” che la etichettano come “non più giovane”, e durante il soggiorno coglie ogni piccolo e impercettibile cambiamento nei luoghi conosciuti e nella persona che ha amato per tutta una vita.

Guardandosi negli occhi, fino a che punto i due sanno ancora parlarsi dopo una marea di giorni insieme?  Quanto è ampio lo scarto tra le rispettive percezioni dei paradigmi temporali? 

Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre

“Perchè ti sei sentita vecchia?” le chiese

In Malinteso a Mosca, che originariamente aveva un altro nome e che non venne pubblicato con la doppia voce fino a dopo la morte di Simone de Beauvoir, si legge un dialogo sull’età e la perdita. È una pièce dove si assiste a un curioso travestimento: gli occhi di velluto di Andrè e Nicole interrogano, ognuno per sé, i fantasmi dell’angoscia e della grazia, ardente ma terrena, tra praxis e vanitas. Sanno benissimo di andare incontro a una continuità storica (personale) che prima o poi verrà naturalmente spezzata dal ciclo del tempo ma è difficile accettarlo per due “esseri per sè”, ardenti e teneri, da sempre vivaci e autentici proprio perché militanti nella contingenza. Peraltro, i giorni continuano comunque a susseguirsi nonostante la fine appartenga a Thanatos, ma allora che ruolo ha la parola, che detiene da sempre il primato sulla morte? Riuscirà a riconciliare due attori invecchiati, distanti forse il giusto per sapersi riassaporare, ridando loro il posto che gli spetta oltre la momentanea scenografia del malinteso?

 

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Film su Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre: Les amants du Flore

Isabella Garanzini per MiFacciodiCultura