Tina Modotti al Mudec di Milano fino al 7 novembre 2021 con una retrospettiva fotografica decisamente ben fatta: 100 scatti accompagnati da video originali.

Tina Modotti: passione, rivoluzione e inquietudine. Un storia da conoscereNon tutti conoscono il genio e la vita straordinaria di Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) che generalmente viene accostata dai più ai due grandi artisti e attivisti politici messicani Frida Kahlo e Diego Rivera. La sua storia, invece, merita di essere approfondita.

Assunta Adelaide Luigia Modotti emigrò dall’Italia verso gli Stati Uniti a causa della povertà della sua famiglia, tanto che in città si diceva che lei e la sorella Valentina si prostituissero per mantenere i genitori e i fratelli. Tina raggiunse così il padre e la sorella Mercedes, che intanto avevano già affrontato il lungo viaggio verso San Francisco: qui cominciò a frequentare circoli operai e gruppi teatrali del quartiere italiano, dopo aver trovato lavoro in una fabbrica; ben presto però riuscì a mantenersi lavorando da casa come sarta dedicando finalmente tempo ad una sua grande passione: la recitazione.

L’inquietudine e il bisogno di indipendenza la portano a sfiorare ogni situazione senza lasciarsene coinvolgere totalmente: tutto le interessa, niente la soddisfa.

Così la ha descritta Pino Cacucci nella sua biografia Tina. Nel 1915, all’esposizione internazionale Pan Pacific, la Modotti incontrò il pittore e poeta Roubaix de l’Abrie Richey meglio noto come Robo: i due si sposarono e la loro casa di Los Angeles diventò un punto di riferimento per artisti e scrittori della città. Tina Modotti tentò qui anche la strada di Hollywood e riuscì con caparbietà ad ottenere vari ruoli cinematografici, a tal punto che nel 1920 anche la madre si trasferì a San Francisco con gli altri figli, tranne la sorella Valentina che rimase in Italia.

Tina Modotti: passione, rivoluzione e inquietudine. Un storia da conoscere
Con Frida

Fece parte dell’ampia cerchia di conoscenze e amicizie di Robo e Tina anche il fotografo Edward Weston, con cui la Modotti intesse anche una relazione che costrinse Robo a mettersi da parte e partire per il Messico, dove però trovò il vaiolo a ucciderlo. È a questo punto che Tina Modotti arriva in Messico per l’ultimo saluto a Robo. Dopo il lutto, è il ritmo pulsante della città messicana a convincerla  a mettere radici proprio in quella terra. In Messico Tina riesce ad organizzare una mostra di fotografia di Weston, che per un periodo fa continuamente la spola tra Los Angeles (dove ha moglie e figli) e Città del Messico dove c’è la sua Tina. Presto la passione tra i due li porta a prendere definitivamente casa in Messico. La loro dimora venne frequentata da artisti come Diego Rivera e sua moglie Lupe Marìn, José Vasconcelos, de la Cabada e da tanti altri intellettuali che agitano le notti messicane.

Ben presto Tina Modotti diventò indipendente da Weston sia artisticamente che sentimentalmente, ed entrò a far parte del Partito Comunista intrecciando relazioni con i suoi esponenti: Xavier Guarrero, Vittorio Vidali ed in particolare con il cubano Antonio Juan Mella, che venne assassinato mentre si trovava in sua compagnia. Mella aveva preso le distanze dal Partito, ma il suo assassinio venne insabbiato con la complicità di Tina sebbene lei lo amasse moltissimo. Questo creò una spaccatura all’interno del movimento politico e decretò la fine dell’amicizia di Tina con Diego Rivera e la sua nuova moglie Frida Kahlo.

Tina Modotti: passione, rivoluzione e inquietudine. Un storia da conoscere
Tina Modotti, Donna di Tehuantepec, 1928

Tinissima, come la chiamava Mella, credeva nel Partito sopra ogni cosa quindi dopo la sua esposizione La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico del 1929, che segnò l’apice della sua carriera come fotografa, fu costretta a lasciare il Messico a causa di numerosi fascicoli aperti in Italia su di lei e sulla sua famiglia dalla polizia fascista. Dovette quindi fuggire in Europa dove viaggiò molto per poi trasferirsi a Mosca ed essere impiegata dalla polizia segreta sovietica in molte operazioni; andò anche in Spagna nel 1935 e combatté con Vidali durante la Guerra Civile Spagnola unendosi alle Brigate Internazionali e rimanendo nella penisola Iberica fino al 1939. Ritornò poi in Messico dove, secondo alcuni storici, fu implicata nell’assassinio di Lev Trockij che ivi aveva richiesto asilo, protetto anche da Diego Rivera e Frida Kahlo. Tina Modotti trovò la morte nel 1942 nella Capitale messicana in circostanze ambigue: lo stesso Rivera sostenne con forza che l’avessero assassinata e che il mandante fosse lo stesso Vidali preoccupato dalle troppe cose che la fotografa sapeva circa le sue attività.
Tina Modotti riposa nel cimitero di Città del Messico, il Pantèon de Dolores, e sulla sua lapide è inciso un epitaffio di Pablo Neruda:

Sorella, tu non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente, sorella.

Tina Modotti, Burattinaio

Tina non fotografava mai soggetti banali: il suo interesse era catturato dalle mani delle persone, perché è da lì che secondo lei prendeva vita ogni cosa, dai movimenti rivoluzionari, dai volti degli uomini e delle donne che aveva amato.

Tina Modotti affascinò chiunque venisse in contatto con lei, sia per la magnifica bellezza ma soprattutto per l’enigmatico carattere e lo sguardo a tratti malinconico, a tratti inquieto. Fu una donna straordinaria che fece della passione il motore della sua vita e alla quale è impossibile non attribuire grande coraggio e talento artistico: libera e spregiudicata, fu fedele solo a quello in cui credeva, siano essi amore o ideali. Un personaggio carico di significato ancora oggi, reso attuale dalla sua forza e dalla sua indipendenza, che ha sfidato le convezioni del tempo e che ha fatto da apripista al lungo processo di emancipazione femminile, sia dal punto di vista sessuale che dal punto di vista artistico e politico.

Chiara Napoli per MIfaccioDiCultura