Cristina è una bellissima donna di 39 anni. Ha un figlio di quattro anni, un compagno, un lavoro, una vita tranquilla ed appagante nella sua normalità. E’ agosto 2020; Cristina accusa da giorni un fortissimo dolore allo stomaco che non riesce a sopportare ed al quale non riesce a dare una spiegazione, ragion per cui, trovandosi in vacanza in una città che non è la sua, vince le sue paure e si reca al Pronto Soccorso. Visite, esami, consulti, l’esigenza di fare degli accertamenti e quindi il ricovero: dopo poco, la diagnosi: tumore maligno. Al seno. I dolori allo stomaco arrivano in realtà dal fegato, che presentando delle metastasi si è ingrossato talmente tanto da schiacciare lo stomaco, provocando i dolori lancinanti che portano Cristina in ospedale.

L’artista Cristina Tichitoli

E’ il tempo dell’incredulità, della rabbia, del dolore. Ma per Cristina dura poco. Perché c’è chi come lei nasce sotto una buona stella ed è in grado di trasformare -con una incredibile forza d’animo- una diagnosi spaventosa in un motivo per cambiare vita, e credere fino in fondo che questo non è l’inizio della fine, ma solo l’inizio di una nuova fase. Fin da ragazzina, quando si è iscritta alla scuola artistica, il suo sogno era quello di diventare grafica pubblicitaria, ispirata dalle stampe di Andy Warhol e dalle opere di Keith Haring e Roy Lichtenstein, suoi artisti preferiti da sempre. Poi la vita, le esigenze economiche, il bambino, l’hanno portata a rilegare il suo sogno ad uno spazio ed ad un tempo assimilabile a quello degli hobby, facendole pensare (come spesso accade a tutti noi), che le nostre passioni sono “solo passioni”, che la vita è un’altra cosa e che ciò che ci fa stare bene non può essere un vero lavoro, ma solo un modo divertente per passare il poco tempo libero che abbiamo; ma quando la vita ti mette davanti una deviazione tutt’altro che trascurabile, come l’idea che forse (e si ripete FORSE), non hai a tua disposizione tutto il tempo che pensavi, allora cambiano le prospettive e si trova il coraggio di prendere in mano la propria vita e decidere come viverla, senza far fare al caso o alle esigenze degli altri. E da quel giorno di agosto in cui a Cristina è stato detto che era in guerra contro una parte del suo corpo, Cristina ha deciso di combattere il nemico -oltre alle cure mediche, ovviamente- anche a modo suo, con la sua arte.

Quando senti che il tempo ti manca, capisci subito se sei la persona che hai sempre desiderato di essere, o se ancora devi evolvere… in quel letto di ospedale, una delle mie prime preoccupazioni è stata: se mi succede qualcosa adesso, io non sono pronta ad andarmene, perché non ho ancora lasciato il mio segno. Devo farcela assolutamente, perché non sono ancora la persona che desideravo essere da ragazzina. E’ per questo che sono venuta al mondo e non posso lasciarlo finché non riuscirò ad essere l’artista che ho sempre sognato di essere… o almeno fino a che non ci avrò tentato veramente. Durante l’inverno, specialmente nei giorni più freddi e piovosi, tra una seduta di chemio e l’altra, se la notte non riuscivo a dormire, non pensavo alla malattia o a dove potrei essere tra 10 anni, ma mi domandavo: “Ok, adesso che hai finito questa tela, cosa vuoi dipingere? Come vuoi raccontarti al pubblico? Hai avuto la possibilità di trovare il tempo per la tua arte: non sprecarlo, goditelo!”

Ed evidentemente, a Cristina, usare l’arte come terapia è servito. E’ ancora in guerra, ma gli esami sono decisamente confortanti. Grazie all’evoluzione della scienza, è in cura -oltre alla consueta chemio- con dei farmaci “sperimentali” così detti intelligenti, che uccidono solo le cellule malate. E i risultati si vedono. Le cure oncologiche lasciano sempre dei segni più che tangibili nell’animo, ma anche nel corpo, e Cristina non lo nasconde, anzi, con la sua parrucca rosa fluo sembra voler sottolineare che qualcosa nel suo look è cambiato. Ma non è la fine. I capelli ricrescono, i malesseri passano e grazie alla ricerca, le speranze di farcela sono sempre di più. Cristina va avanti, aspettando le prossime commissioni di collezionisti che amano la pop art in chiave contemporanea.

Un’opera dell’artista Cristina Tichitoli

Ma là fuori c’è Clarissa, Giovanna, Elisabetta, Maria… tutte quelle donne a cui è importante far arrivare il messaggio che una diagnosi di cancro non è necessariamente la fine. E questo ovviamente vale anche per uomini e bambini. Prevenzione e cura sono essenziali, ma il supporto che arriva dalla coltura della propria passione (tutti ne abbiamo almeno una) è un’altra parte importante della lotta. Non dobbiamo dimenticarlo. 

Per tante guerriere e tanti guerrieri che sono in guerra e che possono ancora dimostrarci che una diagnosi del genere si può superare, ovviamente non dobbiamo dimenticarci di chi purtroppo non ce l’ha fatta, pur mandando fino alla fine messaggi di speranza e positività. Nel passato recente c’è stata l’indimenticabile Nadia Toffa, nelle ultime settimane il pensiero va a Francesca Barbieri, conosciuta sul web come Fraintesa. Il tumore al seno se l’è portata via in poco più di due anni, lei che a soli 39 anni ha fatto conoscere il mondo a migliaia di persone con i suoi viaggi avventurosi ed i suoi preziosi consigli di vita (i suoi vi consiglio di ascoltarli con attenzione, specialmente quando già malata, ricorda di quanta fortuna abbiamo a poter mangiare tutto quello che desideriamo, perché lei con le sue cure, non poteva certo dire altrettanto). In nome di Fraintesa è stato aperto un conto AIRC per donare soldi alla ricerca, dal giorno della sua morte ad oggi, sono stati raccolti oltre 150.000 euro. Se volete contribuire con qualsiasi importo, anche il più modesto, questo è il link. 

https://donazioneinmemoria.airc.it/eventi/graziefraintesa?_ga=2.10002672.436654264.1617465670-1262383906.1617465670

Grazie Francesca per quello che ci hai lasciato e grazie Cristina per quello che ci stai dimostrando con la tua forza d’animo! Facciamo tutti il tifo per te.

https://www.instagram.com/crys_artist/

Ilenia Carbonara per MIFACCIODICULTURA