Piatta pianura, solitudine amara,
il bisogno d’amore, spezza il cuore,
fugge il matto, occhi di gatto, che ha visto il diavolo.

Antonio Ligabue: l'arte tra tormenti ed incantiQueste alcune parole della canzone scritta nel 1991 da Augusto Daolio dei Nomadi dal titolo Dammi un bacio dedicata all’artista Antonio Ligabue (Antonio Costa poi Laccabue, Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, 27 maggio 1965). Come una quinta davanti al palco, queste parole sono state scelte come anteprima di questo articolo, cercando di introdurvi già dall’inizio i tormenti e gli incanti che da sempre hanno caratterizzato questo nostro grandissimo talento italiano.

Nato a Zurigo da madre svizzera e padre ignoto, Antonio Ligabue è considerato uno dei massimi esponenti dell’arte cosiddetta naïf. Per intenderci l’artista naïf è colui che non proviene da alti ranghi sociali, di solito autodidatta e senza grandissime formazioni artistiche; le sue opere sono caratterizzate da un’espressione concettuale molto semplice, senza troppi studi di prospettiva di accostamenti cromatici o da altri studi, ma comunque fondate sull’idea di rappresentare la realtà sociale umile e la quotidianità di essa. Due infatti sono i filoni fondamentali cui si è dedicato Ligabue: gli animali esotici, della foresta e comunque tutti quelli che possono essere definiti predatori, e gli autoritratti, un capitolo di dolente e amara poesia. Non mancano tuttavia altri soggetti, quali le scene di vita agreste e gli animali domestici e alcuni ritratti su commissione. Un’arte sempre caratterizzata da tratti violenti, colori accesi, immagini semplici ma forti e di impatto: le tele di Ligabue trasudano tormento.

0f4c93112ca7dc39a2f3946f53449595-1-1Antonio Ligabue infatti non ebbe una vita semplice: il 18 gennaio 1901 il signor Bonfiglio Laccabue emigrato in svizzera dalla provincia di Reggio Emilia, sposò la madre dell’artista e riconoscendo il figlio della donna gli associò il suo cognome. L’artista però nel 1942 deciderà di mutarlo in Ligabue probabilmente per l’odio che nutriva verso il patrigno, il quale era visto dagli occhi tristi dell’artista come l’assassino della madre, morta nel 1913 assieme ai fratelli in seguito di un’intossicazione alimentare.

La vita dell’artista venne segnata da spostamenti continui, fu infatti affidato ad una famiglia i quali ricorsero più volte a denunce per via degli atteggiamenti strani e violenti di Antonio. Questo suo atteggiamento verrà replicato anche nell’ambito scolastico: egli fu costretto a frequentare diversi istituti, sino ad arrivare a Marbach dove venne allontanato per cattiva condotta. Atteggiamenti rabbiosi, violenti contro gli altri e anche contro se stesso erano spesso ricorrenti: tutto questo fu l’esternazione di un disagio psicologico dovuto dalla visione negativa del patrigno (come successe anche ad un altro genio come Baudelaire) e anche forse dal poco e mal nutrimento avuto nei primi anni della sua vita.

aquila-con-volpe-antonio-ligabueNon escludo anche che la visione e la conoscenza della morte in età precoce non abbia potuto influenzare la visione di vita dell’artista: nel momento in cui incroci la dama nera non puoi rimanere con gli occhi di un ragazzo, sei costretto in qualche modo a trovare una fuga, un modo di esternare la violenza dell’attimo, la crudeltà dell’azione vissuta.

Come l’amico di Modigliani, Utrillo, anche Ligabue venne internato diverse volte in istituti psichiatrici ed in manicomi: la prima volta accadde nel 1917 e successivamente nel 1937 a Reggio Emilia. Sì, perché l’artista naïf nel 1919 dopo esser stato espulso dalla Svizzera, andò a Gualtieri, il paese natale del patrigno, dove nel 1920 trovò lavoro presso gli argini del Po e quello fu un anno fondamentale perché proprio in quel periodo che iniziò a dipingere.

Io sono un grande artista, la gente non mi comprende, ma un giorno i miei quadri costeranno tanti soldi e allora tutti capiranno chi veramente era Antonio Ligabue.

Nel 1928 qualcuno comprese il suo talento, un certo Renato Maria Marino: vedendo l’arte genuina dell’artista decise di insegnargli le tecniche e l’uso dei colori ad olio, cercando di incanalarlo vero la strada giusta per valorizzare il suo talento. Ed il suo talento seguii la dolce brezza del Po, sì perché fu proprio lì che iniziò tutto.

antonio-ligabue-con-un-suo-autoritrattoNel 1948 dopo il periodo della Seconda Guerra Mondiale, in cui Antonio Ligabue fece da interprete per le truppe tedesche, la sua carriera artistica ebbe un particolare slancio, infatti in questo anno artisti, giornalisti e critici si iniziarono ad interessare alle sue opere, così violente, così vive. Nel 1961 infatti, dopo che gli venne dedicato un importante articolo nel 1957 sul giornale bolognese Il resto del Carlino, venne allestita la sua prima mostra personale alla Galleria la Barcaccia di Roma.
La fama fu breve però, perché l’anno successivo fu vittima di un incidente in motocicletta il quale lo rese vittima di paresi, ma questo incidente, come accadde anche a Frida, non riuscì a placare la carica artistica e l’ispirazione di Ligabue.

Qualche anno dopo, nel 1965, Ligabue all’età di 65 anni si spense lasciando un vuoto non tanto nelle persone che lo circondavano, quanto più nell’arte.

ligaNegli anni successivi, gli vennero dedicate parecchie mostre, la gente iniziò a ripercorrere le sue tele riconoscendo il suo talento. Ma così è forse troppo semplice: elogiare un artista solo dopo la sua morte è abbastanza ipocrita.

Forse Ligabue aveva solamente bisogno di una guida accanto a sé, di qualcuno in più vicino con cui solamente parlare invece di esser continuamente schernito per le sue azioni non ordinarie, perché si sa “il bisogno d’amore, spezza il cuore”.

Ogni volta che passo accanto ai margini del Po mi piace ripensare al tuo talento e immaginare il sua pennello spaziare, spinto dalla brezza tra tormenti ed incanti.

Gianmaria Turco per ArtSpecialDay

Ricordiamo anche che…

“Vivacità e irrequietezza, tratti peculiari dell’artista, sono stati raccontati egregiamente dal film: di Giorgio Diritti Volevo nascondermi, vincitore del David di Donatello per il miglior film, con la straordinaria interpretazione di Elio Germano.

Qui il link all’approfondimento sul film VOLEVO NASCONDERMI.