Henri de Toulouse-Lautrec (o meglio, il conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa) nasceva ad Albi il 24 novembre del 1864 e morì molto presto: a soli 37 anni, il 9 settembre 1901, alcolismo e sifilide posero fine alla vita di un innovatore artistico unico, dalla personalità fuori da ogni schema. Allontanandosi dalla delicatezza di Manet, dalle tinte pastello e dal delicato tocco dell’en plain air, la sua pittura si avvicinò sempre più a quella di Degas, tanto per soggetti quanto per stile. Fu un esponente del Post-Impressionismoanche se è sempre difficile classificare artisti del suo calibro.

Henri de Toulouse-Lautrec
Bacio a letto, 1892

Henri de Toulouse-Lautrec anticipò la successiva corrente dei Fauves, utilizzando tavolozze di colori molti semplici, dominate dai colori primari, e utilizzando righe nere e forti per i contorni. Proprio contro l’Impressionismo, tanto in voga durante la sua formazione allo studio di Cabanel, l’artista delimiterà sempre più le sue figure, con il passare degli anni: una certa maturazione stilistica fu anche imposta da un nuova tecnica pittorica, che è quella che lo rese famoso. I manifesti pubblicitari per cui tanto è conosciuto, infatti, non venivano certo stampati come quelli di oggi: erano litografie, quindi stampe chimiche ma realizzate sulla pietra. All’inizio, questa tecnica non prevedeva certo una tavolozza di colori così vasta, e fu anche ciò che rese famoso Lautrec: l’uso dei colori primari, che diventano più caratterizzanti che realistici (impossibile visto il metodo), rende i manifesti comunicanti attraverso le loro tinte, oltre che le loro immagini. Come il leitmotiv per l’opera, tinte e macchie di colore diventano un metodo per esprimere emozioni e storie. Fu capace di rappresentare comunque realtà che sembravano vere e ben capibili anche con pochi tocchi di colore e figure, alle volte, caricaturali.

Henri de Toulouse-Lautrec non iniziò la sua carriera artistica come pubblicitario, e i suoi manifesti diverranno richiestissimi sono nella seconda parte della sua breve e intensa vita.

Anche lui cominciò con oli su tela, in un primo tempo anche sotto pseudonimo: il padre non voleva che i suoi quadri rovinassero il cognome di una famiglia aristocratica di alto rango. Quando si spostò a Parigi con la madre, a fine degli anni ’70 del ‘900, venne influenzato in qualche modo dagli impressionisti, che in quel momento erano sulla cresta dell’onda. Ma si avvicinò poi alle opere, appunto, di Degas o Van Gogh, che vantavano un uso del colore particolare e molto più incisivo.

Henri de Toulouse-Lautrec
Bal du Moulin de la Galette

Fu nel 1888 che si unì al gruppo Les XX, dopo che Théo Van Rysselberghe scoprì il suo talento e lo fece esporre, per la prima volta, dieci sue opere. L’anno successivo espose anche a Bruxelles il quadro che oggi solitamente si trova sui libri di Storia dell’Arte quando parliamo di Tolouse Lautrec: Bal du Moulin de la Galette.

Ma qui il suo animo un po’ riottoso si scontrò con un collega, Henry De Groux, che definì Van Gogh «un ignorante sbruffone».

Ma il suo vero successo fu a Montmartre, quando iniziò a dipingere e frequentare i bordelli: proprio come accadde oggi, proprio sotto alla bianca chiesa che governa tutta Parigi e da qui si vede la Tour Eiffel, c’è Pigalle. Con il Moulin Rouge. Questa è sempre stata una strana contraddizione che affascina di Parigi: il sacro e il profano si sfiorano,  tracciando però una linea invisibile tra il luogo dove (oggi come allora) la prostituzione e il commercio del sesso si esibiscono senza remore. Ma sempre sotto l’occhio vigile della Basilica del Sacro Cuore.

Tolouse-Lautrec lavorò in due modi nelle case chiuse: da un lato produceva le litografie per pubblicizzare gli spettacoli, oltre che alle scenografie per gli spettacoli. Ma l’artista dipinse soprattutto i personaggi dei bordelli: prendendo ispirazione da Degas e dalle sue donne, Tolouse rappresentò nel modo più vero le ballerine e le prostitute che abitavano Montmartre.

Senza mai giudicarle, senza mai ritrarle come donne di poco conto: la gente e il realismo valevano per lui molto più di un bel paesaggio o di una veduta. Mentre i suoi colleghi ritraevano i mulini della zona, o si dedicavano a ampie vedute, lui ricercava i personaggi, la gente, gli abitanti di quel mondo così corrotto e moralmente invisibile.

Henri de Toulouse-Lautrec
Moulin Rouge La Goulue

Certo, Henri de Toulouse-Lautrec era un alcolista con una vita amorosa più che complicata e scabrosa, al punto che oggi è anche famoso per i suoi genitali, oltre che per le sue opere. Come capita spesso con artisti come lui, si è attirati più dal personaggio che dall’opera: lui era il pittore di Montmartre, che dipingeva le cantanti e le prostitute. Ma anche quando era più giovane e iniziava a frequentare l’Accademia, dipinse sempre la gente e il suo lavoro: la storia ci insegna, però, che dipingere una prostituta può essere più interessante per il pubblico che il ritratto dei personaggi del circo.

Ma la decisione di certi personaggi, benché possiamo sicuramente pensare fosse dovuta anche alla sua vita di eccessi (morì dopotutto di sifilide), era anche dettata dalla sua assoluta ricerca del vero e dell’elemento reale: lui, che arrivava dall’aristocrazia, non aveva vergogna o remore dal ritrarre anche le donne dai lavori più umili.

Un pubblicitario, un uomo dedito alla vita dei bordelli (nonostante le gambe fossero rimaste cortissime poiché se le ruppe entrambe molto giovane), un artista.

Tutto questo era Tolouse Lautrec, nel bene e nel male.

Sempre e dovunque anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti; è eccitante scoprirli là dove nessuno prima li ha notati.

Henri de Toulouse-Lautrec

Marta Merigo per MIfacciodiCultura