Van Gogh. Tra il grano e il cielo: un viaggio attraverso la vita dell’artista

Campo di papaveri, 1890 – olio su tela, cm 73 x 91,5 – L’Aia, Gemeentemuseum – prestito a lungo termine del Netherlands Institute for Cultural Heritage

Marco Goldin, che organizza mostre da anni, sottolinea l’immensa differenza tra un museo e una mostra: mentre il primo è una semplice esposizione di opere, la seconda viene ideata con l’intenzione di essere il racconto di una vita analizzata e percorsa non solo attraverso le immagini, ma anche attraverso le parole, come quelle che Van Gogh ha riversato copiosamente nelle lettere al fratello Théo, o i luoghi in cui ha vissuto, che Goldin ha visitato di persona per vedere con i propri occhi ciò che un tempo videro quelli dell’artista. Infatti è proprio secondo questa logica che Linea d’ombra ha deciso di non limitarsi soltanto ad organizzare una mostra e ha creato qualcosa di molto più articolato: il “Progetto Van Gogh“.

Covone sotto un cielo nuvoloso, 1890 – olio su tela, cm 63,3 x 53 – Otterlo, Kroller-Muller Museum, Olanda

Egli infatti, racconta l’intero percorso artistico del genio olandese, a partire dai primi disegni del 1880 fino agli ultimi quadri con i campi di grano dipinti a Auvers-sur-Oise nel luglio 1890, pochi giorni prima di suicidarsi. È quindi un viaggio nei vari luoghi dove l’artista ha passato la sua vita: il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy – una delle sale della mostra è stata completamente dedicata ad un plastico dell’istituto di cura per le malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, dove Van Gogh scelse di farsi ricoverare dal maggio 1889 al maggio 1890 – e Auvers-sur-Oise. Ma idealmente rappresenta anche il percorso di una stella cometa, come l’ha definito Marco Goldin, che nell’arco di dieci anni attraversa l’arte e la rivoluziona, lasciando la sua scia indelebile nel cielo della storia dell’arte.

Altro tassello del “Progetto Van Gogh” è la pubblicazione, a cura di Marco Goldin e Silvia Zancanella, delle Lettere, 927 in tutto, indispensabili per accompagnare il visitatore dentro la mostra, dal momento che sono state scelte proprio quelle in cui è Van Gogh stesso a parlare al fratello Théo dei suoi quadri.

Passando dalla pittura alla scrittura, si arriva anche al cinema: infatti Marco Goldin, ripercorrendo i luoghi della vita dell’artista, tra Provenza e Auvers, ha realizzato un film, Van Gogh. Storia di una vita, della durata di un’ora, che è proiettato in una sala cinema allestita all’interno della Basilica Palladiana.

Io ho amato. In ogni giorno della mia vita / e l’ho scritto così tante volte / e l’ho dipinto con i miei colori, / come un’acqua che scorre impetuosa / e niente la può fermare.

Matteo Massagrande, Lui seduto sotto un albero, accanto a un campo di grano, 2017 – olio su tavola, cm 80 x 80

Infatti è stato proprio partendo da questo monologo, intitolato Canto dolente d’amore (l’ultimo giorno di Vincent Van Gogh), che Marco Goldin ha proposto a un suo amico e pittore, Matteo Massagrande, di dipingerne alcune scene. «Io l’ho scritta – gli ha detto –, tu la dipingerai. Come vorrai». Sono stati così creati sette quadri che rappresentano l’ultimo giorno di vita dell’artista, un ulteriore arricchimento ad un progetto di per sé già molto articolato.

Jennifer Carretta per MIfacciodiCultura