Non per un dio ma nemmeno per gioco – vita di Fabrizio De Andrè (Universale economica, 2022) è un prezioso condensato di aneddoti o, per meglio dire, ritratti di una vita il cui succo è l’esatta essenza di un essere umano, senza dubbio speciale, come il poeta e cantautore genovese Fabrizio De Andrè.
Cercare, studiare, sui testi – profondi e originali – da lui prodotti o la sua musica è consuetudine di chiunque lo ami artisticamente, ma addentrarsi nella sua vita, alla mia ennesima lettura di stampo biografico a suo riguardo, mi accorgo e sempre di più mi convinco che sia un passaggio essenziale.
Questo lavoro firmato dal giornalista e conduttore radiofonico Luigi Riva, già autore anche di Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De Andrè (2018), è uno dei lavori più dettagliati nei quali mi sia imbattuta.
E’ una storia commossa e sincera di un poeta sempre pronto a pagare di persona, lontana da tentativi apologetici, molto più prossima all’idea di restituire una sana e quando più intera dimensione umana di un “uomo” che ha provato – a mio avviso riuscendoci – ad assomigliare quanto più possibile a se stesso.
De Andrè lascia in eredità ai suoi estimatori un’opera d’arte prima che musicale, umana. La sua produzione in quanto a parole e in fatto di musica non sarebbe stata quella che oggi ancora intramontabilmente ascoltiamo se lui non fosse stato la Persona che ha inteso essere, concedendosi la libertà di scoprire, scoprirsi; di cercare, cercarsi; di scendere fino in fonda a fatti e persone, così come in fondo a se stesso.
E se questo “vivere” è stato possibile per lui, sicuramente gioco-forza un ruolo fondamentale l’ha avuta l’intelligenza famigliare nella quale è nato, ma anche le esperienze legate all’infanzia condizionata dalla Storia: “Bicio” sfollato in una cascina di Revignano d’Asti, suo zio reduce da un campo di concentramento, prototipo di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni.
Insomma, Faber nasce così, facendo i conti con la vita, senza arrendersi ad un destino o al volere di un dio, e cresce tra tentativi musicali, ribellione alla borghesia famigliare, alla scoperta del sesso in via del Campo – e del senso – delle scelte altrui e delle sue…
E poi ci sono l’alcool, l’amicizia con Tenco, i figli, l’amore, la Saredegna, il sequestro, la malattia. E tanto altro…
Tutto questo nelle pagine di Riva prende forma anche attraverso le testimonianze di persone che hanno costellato: da Paolo Villaggio a Ivano Fossati, compagni di scuola e di strada.
Non per un dio ma nemmeno per gioco – vita di Fabrizio De Andrè è una finestra sulla vita di De Andrè avvincente e documentato la cui lettura restituisce la dimensione più intima di un pettirosso da combattimento.
Antonia De Francesco per MIfaccciodiCultura
Antonia De Francesco
Articoli correlati
Ti racconto Marcel Proust
Cerca un articolo
Seguici su Facebook
Let’s Feel Good
“LET’S Feel Good”: uno show-room culturale dove “sentirsi bene”.
Un luogo dove degustare Cultura, Arte, Intrattenimento: corsi di comunicazione creativa, workshop, incontri con artisti, scrittori e giornalisti, reading letterari e teatrali, serate musicali e aperitivi culturali con degustazioni di vino biologico e birra artigianale.
Un luogo dove sentirsi a casa, immersi in una dimensione artistica che riesce a stupirti comunicandoti sempre qualcosa di nuovo.