Il fumetto è un ambito forse -apparentemente- superato: nell’era social di oggi, dove tutti possiamo essere protagonisti attraverso le nostre stories o i nostri post, in pochi sembrano essere ancora affezionati alla carta stampata: meglio le versioni digital che offrono tutto e subito. I tempi di attesa che che ben ricordano i nostri genitori, che da ragazzi dovevano aspettare almeno una settimana per poter comprare i giornalini che raccontavano le vicissitudini di Topolino&Co, oggi sono totalmente annullati, facendo un pò perdere (ammettiamolo) il gusto dell’attesa.

Per chi come me è degli anni ’90, probabilmente è affezionato al ricordo di fumetti un pò meno memorabili rispetto a quelli degli anni Trenta come Witch: cinque amiche adolescenti con super-poteri che hanno il compito di salvare il mondo dai cattivi e dai mostri.

Le memorabili Witch che hanno intrattenuto le bambine nei primi anni 2000

 

Indipendentemente da quale sia la vostra generazione d’appartenenza, e quale super-eroe sia il vostro mito, se siete appassionati del settore, probabilmente vi interesserà sapere tre curiosità sul fumetto; scopriamole insieme:

  1. Le origini del fumetto sono tutt’altro che chiare; convenzionalmente si fa nascere  con il personaggio di Yellow Kid (così chiamato per via del suo vestito giallo), bambino calvo protagonista di Hogan’s Alley, creato dalla penna di Richard Felton Outcault sul finire dell’Ottocento. Hogan’s Alley era un supplemento domenicale del New York World; ma non tutti sono d’accordo sulla paternità a stelle e strisce del fumetto; secondo alcuni infatti, le origini sarebbero europee, e più precisamente anglosassoni: sarebbero stati infatti Hogart e artisti come lui ad inizio Settecento, a far nascere il genere con le caricature e le stampe: di fatto, ogni  opera d’arte dell’incisore racconta una storia pur non contemplando vignette scritte all’interno. Certo si tratta di un tipo di “fumetto” diverso da quello che ha spopolato durante il secolo scorso, ma parliamo pur sempre di origini: chissà se Richard Felton avrebbe potuto concepire il suo personaggio, senza aver prima visto le “narrazioni” dell’artista inglese.
  2. Un frame del Topolino concepito negli anni ’20 del secolo scorso

    Il personaggio simbolo per eccellenza del fumetto, Mickey Mouse, non è stato il frutto di un team work da milioni di dollari, ma è stato creato da Walt Disney e dall’unico collaboratore che gli era rimasto nel momento in cui la sua casa di produzione era ad un passo dal fallimento; nel 1928 infatti, Disney ha perso i diritti sul suo primo personaggio di successo (Osvald il coniglio fortunato) portando il suo staff a rassegnare le dimissioni, temendo la crisi. Con la consueta voglia di rivalsa che contraddistingue gli uomini geniali in cerca della loro occasione, Walt ed il collaboratore Ub Iwerks hanno ideato un personaggio buffo ma determinato chiamato Mickey, lavorando giorno e notte in un garage. Dopo varie vicissitudini, il simpatico topolino suscita l’interesse del proprietario di un piccolo cinema alla periferia di Broadway; Topolino viene proiettato sul grande schermo in versione sonora il 18 novembre del ’28, a pochi mesi di distanza dal pericolo fallimento per Disney: dalle stalle alle stelle, il disegnatore americano in poco tempo diventa l’innovativo genio che oggi viene celebrato da tutto il mondo.

  3. Potrebbe sembrare assurdo, ma secondo alcune interessantissime voci fuori dal coro, anche alcune delle
    Biblia Pauperum risalente al XVI secolo

    più belle (e antiche) opere d’arte conosciute, potrebbero essere classificate come ancestrali forme di fumetto. Se infatti solo in epoca moderna si collega il fumetto ad una vera e propria narrazione con tanto di vignette o nuvolette scritte, secondo molti il fumetto è semplicemente un racconto per immagini, non necessariamente vincolato all’uso del testo. Partendo da questo presupposto, il “fumetto” più antico sarebbe senza dubbio la Colonna Traiana risalente al 113 d.C; una narrazione artistica a 360° della più famosa impresa dell’Imperatore Traiano: la conquista della Dacia. Dopo quella romana, la versione più antica dei fumetti potrebbe essere quella “religiosa”: infatti, a partire dal XV si hanno prove della così detta “Biblia pauperum” ovvero Bibbia dei poveri: delle raccolte di non più di 50 pagine redatte da monaci benedettini, che racchiudono illustrazioni che mettono a rapporto episodi del Nuovo e dell’Antico Testamento, corredate da dialoghi o spiegazioni. Un modo per istruire i fedeli sul più antico libro della storia dell’uomo.

Queste sono solo tre curiosità sul mondo dei fumetti che non smette di appassionare milioni di fan e che continua ad essere una fonte di introiti da capogiro per chi ha il coraggio di investirci su. Partendo dal presupposto che come abbiamo visto, il fumetto non è niente altro che l’adattamento moderno di opere d’arte e narrazioni di imprese epiche, non ci resta che augurargli lunga vita. E buon divertimento a noi lettori!

Ilenia Carbonara per MIfacciodicultura