Johanna Bonger«Dietro ogni grande uomo, si cela una donna». Questa famosissima frase, attribuita a Virginia Woolf, descrive una condizione che accomuna molti grandi personaggi storici, alle cui spalle sono sempre state presenti, ma in ombra, donne pazienti, attente e immensamente forti.
Van Gogh però si distinse. Anche il grandissimo artista, noto in tutto il mondo, si appoggiò ad una donna, ma non come tutti gli altri personaggi accomunati dal proverbio qui sopra. 

La vedova Van Gogh di Camilo Sanchez (traduzione italiana ad opera di Francesca Conte) evidenzia ed analizza la storia dietro al grande artista tormentato, mettendo in risalto la figura femminile che silenziosamente ha ribaltato la reputazione del maestro dei Girasoli, conferendogli la fama che ancora oggi gli appartiene. Una storia di sopravvivenza, riscatto personale (sia della giovane che del maestro delle pennellate) e di un riconoscimento che non si è smorzato negli anni.

La “grande donna” in questione non è la moglie, l’amante, la sorella o una vecchia amica che diede una mano per dar luce all’opera di di Vincent Van Gogh: la persona che ha reso possibile la fama dei capolavori tanto ambiti oggigiorno non è altri che Johanna Bonger (Amsterdam, 4 ottobre 1862 – Laren, 2 settembre 1925), sì la signora Van Gogh, ma la cognata di Vincent, moglie di Theo, fratello del talentuoso e tormentato artista. Una figura mai notata o considerata fin quando era in vita l’artista de La notte stellata, ma che ha ottenuto un ruolo fondamentale dopo la sua dipartita, dando finalmente visibilità a quei quadri così a lungo tralasciati e snobbati dai critici, conferendo loro la giusta stima e ammirazione che da così tanto tempo meritavano, dando loro una nuova prospettiva più ricercata, apprezzata e desiderata dalla società di quel tempo fino anche ai nostri giorni.

img_1861-1“La vedova Van Gogh”, come viene chiamata, era dunque una giovane donna che rimase presto sola dopo la scomparsa di Vincent prima e subito dopo del marito Theo.
Ma non è corretto considerarla esclusivamente per questa sua sensibilità artistica, Johanna Bonger ebbe infatti una vita straordinaria prima di diventare “la vedova” nota oggigiorno. Unica, fra le sorelle, ad interessarsi all’arte, alla musica e ad una visione più poetica della vita, fin da giovane volle dare un senso più artistico alla sua esistenza seguendo le sue passioni e distinguendosi per essere una giovane allegra e vivace, interessata allo studio tanto da arrivare ad ottenere una laurea, a differenza delle sorelle dedite alla vita domestica.
Sempre impegnata a combattere la corrente sociale, in cui una donna aveva sì la possibilità di esprimersi ma non di essere presa sul serio come i colleghi dell’altro sesso, Johanne non accettò subito nemmeno la proposta di matrimonio di Theo Van Gogh, non essendo interessata ad accasarsi con un uomo che non amava, e ne fece una punta di orgoglio, facendo passare un anno prima di acconsentire al matrimonio.
Ma la sua vita coniugale, o meglio la sua fine, fu la causa scatenante della fama di Van Gogh. Dopo la morte del marito, infatti, ereditò un appartamento a Parigi con 200 opere del cognato e da qui iniziò a promuovere e a proporre a gallerie e musei i lavori del defunto artista.

La vedova di Van Gogh di Camilo SanchezLa popolarità di Vincent esplose grazie la pubblicazione nel 1914 della corrispondenza tra i due fratelli Van Gogh, un libricino che Johanna Bonger decise di pubblicare dopo aver perso entrambi gli uomini, e in seguito grazie alla donazione di quadri e dipinti a mostre ed eventi importanti, in modo che i capolavori potessero finalmente venire esposti al grande pubblico.

Nonostante questa “beneficenza artistica”, l’intraprendente donna non fu immune alle critiche. Nel 1892, infatti, mentre organizzava una mostra di opere di Vincent, venne aspramente presa di mira dall’artista Richard Roland Holst: il suo entusiasmo “femminile” venne scambiato per un’emozione puerile, da ragazzina, non competente e informata sull’argomento in questione.
Ignorate le opinioni negative, la pubblicazione dell’epistolario tra i due fratelli e della storia, scritta da lei, sulla famiglia Van Gogh (Memoir of Vincent van Gogh) contribuì a far conoscere l’arte e la storia che si celava dietro ai quadri di Vincent Van Gogh, rivelando l’animo e la vita difficile dell’artista olandese, dedito ad esprimere la propria anima tramite le pennellate ormai divenute tratto distintivo.

Tutto questo, dunque, è stato reso possibile da Johanna Bonger, colei che decise di andare sempre controcorrente e di dar voce alle proprie decisioni.

Margian Laganà Ghadimi per MIfacciodiCultura