«Non lasciare che la paura o insicurezza ti impedisca di provare cose nuove.
Credi in te stesso.
Fa quello che ami.
E, soprattutto, sii gentile con gli altri, anche se non tu non piaci a loro

Immerso nella tua insicurezza emotiva, probabilmente le tue giornate iniziano con la speranza che quella tua sensibilità, almeno per oggi, ti lasci in pace. Probabilmente vivi le tue giornate con la speranza che nessuno si accorga di te. Indossi un mantello invisibile che innalza un muro tra te e gli altri, per evitare che quella tua insicurezza emotiva si manifesti ancora di più, impedendoti di respirare.

Questa insicurezza emotiva non nasce, come erroneamente si pensa, dalla nostra sensibilità. Nasce invece dalla mancanza di fiducia in noi stessi. Aristofane sosteneva infatti che “la mancanza di fiducia è la madre di tutte le incertezze“. Riflettendo su questa frase ci rendiamo conto della sua veridicità. Non succede proprio questo quando perdiamo fiducia in noi stessi? Non siamo incerti su ogni cosa quando la fiducia non ci alberga più nel cuore? Il nostro modo di percepirci, di pensarci, influenza direttamente il nostro modo di fare. Lo smettere di credere in noi stessi e nelle nostre capacità, ci annebbia la vista, non ci fa pensare lucidamente e in questo modo perdiamo di vista il nostro obiettivo, impedendoci così di arrivare al traguardo che ci siamo prefissati.

A questo punto è bene però differenziare due tipi di insicurezza. Quella generale, sta ad indicare che nulla nella vita è davvero costante. Per spiegarci in altre parole: noi potremo smettere di essere in ogni istante e proprio questa incertezza, in cui siamo gettati noi e l’esistenza tutta, ci spinge in qualche modo a vivere più intensamente. Il secondo tipo di insicurezza, quella emotiva, getta invece il dubbio e l’incertezza stessa su noi stessi e sul modo in cui ci percepiamo. Se nel giusto mezzo questo tipo di insicurezza potrebbe aiutarci a impegnarci di più per riuscire, nella sua parte estrema ed esagerata ci depotenzia fino ad arrivare a distruggerci impedendoci di ragionare lucidamente e razionalmente su quanto ci accade quotidianamente.

Per comprendere al meglio questo tipo di insicurezza, non si può non parlare del suo opposto: la sicurezza emotiva. Questa equivale non a sentirsi i padroni del mondo con la verità in mano, ma vuol dire avere il controllo del proprio stato emotivo. Questo “equilibrio” si riversa completamente nella nostra capacità di resilienza. L’individuo insicuro, invece, non ha controllo del proprio bagaglio emotivo, ma vive in un caos fatto di emozioni che non riesce a tenere a bada e che quindi lo influenzano negativamente. In che modo? Sviluppando una personalità estremamente egocentrica ed egoista perché in fondo non riesce ad allontanare dalla sua mente le angosce che nascono da questo terremoto emotivo.

Lo psicoanalista Alfred Adler sostiene che l’insicurezza, il secondo tipo di insicurezza, determini quello che l’individuo avverte come sentimento di inferiorità. A questo punto, l’individuo – secondo Adler – per contrastare questa sensazione, sviluppa una volontà di potenza che tradotto in semplici parole, equivale a dire che l’insicuro riesce a rendere felice se stesso, solo se rende infelice le persone che ha accanto. Uno strumento che aiuterebbe a contrastare il sorgere di questa insicurezza e quindi questa sorta di violenza, è l’educazione, un’educazione emotiva e all’empatia. Aiutare i bambini ad uscire dal senso di inferiorità, permetterebbe loro, una volta adulti, a non sviluppare questa insicurezza verso le proprie capacità.

Il pensiero di Adler conferma ancora una volta quanto sia importante un’educazione che miri ad ascoltare se stessi e gli altri fin da quando si è piccoli. Sono infatti le esperienze che determinano il nostro essere, le esperienze che viviamo soprattutto nei primi anni di vita. Se questi sono vissuti nella paura e nella sfiducia, saremo portati a sviluppare una personalità lontana dall’essere sicura.

Siamo quindi destinati a vivere nell’insicurezza emotiva? Assolutamente no. Se è vero infatti che le esperienze vissute da piccoli ci influenzano non poco, è vero allo stesso modo che la volontà di cambiare esiste e può davvero portarci ai risultati sperati. Questo è possibile grazie alla caratteristica principale del nostro cervello, l’essere plastico, quindi capace di modellarsi e modellare a contatto con l’esterno e per tutta la vita.

Forse non ci libereremo mai dell’insicurezza, fa intrinsecamente parte della nostra natura umana, ma sicuramente abbiamo gli strumenti per contrastarla. Fra tutti l’empatia e l’amore. Se infatti, permettiamo a tutte le persone, che anche nella vita adulta incontriamo, di amarci e di non innalzare muri di fronte loro, stiamo già contrastando l’insicurezza emotiva.

Spesso dobbiamo lasciarci andare all’affetto per essere felici,

o sicuri emotivamente.

Vanessa Romani per ArtSpecialDay