Le donne nude: lo scandaloso Helmut Newton

Helmut Newton (Berlino, 31 ottobre 1920 – West Hollywood, 23 gennaio 2004) è stato uno dei più grandi fotografi di moda della seconda metà del Novecento. Artista estremamente controverso, amato e odiato con la stessa frequenza, ha creato immagini innegabilmente rivoluzionarie.

Di origini tedesche, Newton inizia a fotografare prestissimo: all’età di dodici anni riceve la prima macchina fotografica. Nel 1938, a causa delle leggi razziali naziste, Newton è costretto a lasciare il suo paese, approdando a Singapore. Poco dopo si sposta in Australia; nel 1940 viene portato in un campo di internamento, dove rimane per due anni. La sua vita è uno spostamento continuo e si divide tra Parigi, Monte Carlo, Los Angeles. Helmut Newton è un fotografo di moda, in particolare, la donna è sempre al centro delle sue immagini. Nuda o vestita, certamente sensuale. Newton inizia ad avere fama negli anni ’60, quando, a Parigi, inizia a collaborare con diverse riviste di moda, tra cui Vogue, Elle, Vanuty Fair, Marie Claire.

Le sue fotografie sono ritenute uno scandalo: le donne stanno accanto agli uomini in pose sempre provocanti, a volte sono aggressive, altre sottomesse. Newton viene considerato il padre del porno chic fotografico: ogni tabù viene abbattuto, la nudità viene mostrata in tutta la sua potenza. Quando sono vestite, le donne portano spesso abiti da uomo: famosissima è la fotografia che ritrae la modella Vibeke Knudsen con addosso lo smoking di Yves Saint Laurent. Una fotografia androgina, che fa scandalo. La stessa fotografia viene replicata: la seconda volta la modella viene affiancata da un’altra donna, nuda, mentre nella terza fotografia le due si baciano. Sensualità spinta, androginia, omosessualità: Helmut Newton è una novità assoluta.

Il rapporto tra il fotografo e le donne è controverso: c’è chi accusa Newton di misoginia, chi invece lo esalta come genio che ha saputo amare le donne. Guardando le sue fotografie ci si stupisce trovare basi oggettive per entrambe le visioni. In alcune fotografie le donne sembrano effettivamente alla mercé dell’uomo; il loro corpo è sempre perfetto: gambe lunghe, muscoli e seno prosperoso. Un corpo oggettificato, che toglie dignità alla donna?

Da un punto di vista completamente opposto, Newton è capace di rappresentare le donne in un momento, quello tra gli anni ’60 e gli anni ’80, di grandi cambiamenti in rosa: allargamento dei diritti, rivoluzioni femministe, è il periodo in cui la donna inizia ad avere un ruolo importante nella società, anche dal punto di vista lavorativo. In questo senso, una doppia immagine famosissima è quella che ritrae quattro donne vestite che camminano con passo deciso; sono belle e disinvolte. La fotografia viene scattata una seconda volta: ritrae le stesse modelle nella medesima posizione, questa volta completamente nude. Il titolo dell’immagine, They are coming (in copertina), ha portato ad un’interpretazione ben diversa da quella misogina: le quattro donne, sia vestite, e quindi nell’ambito del lavoro e del ruolo sociale, sia nude, nei loro momenti intimi, si rivelano forti; gli uomini le devono temere.

Ci sono altre due fotografie su cui vale la pena soffermarsi. La prima ritrae una donna, ovviamente nuda, riflessa in uno specchio. Nello stesso specchio appare Newton, che in quel momento la sta fotografando. Di fronte a loro, un’altra donna sta seduta su una sedia e osserva la scena: si tratta di June Browne, la moglie del fotografo. Conosciutisi in Australia, i due si sposano presto, rimanendo insieme per tutta la vita. June Browne è oggi conosciuta come Alice Springs, fotografa di moda: l’influenza del marito è evidente.

La seconda fotografia ritrae Sigourney Weaver, attrice statunitense. La fotografia riporta solamente il suo viso, attraversato dall’ombra di una pellicola cinematografica. La fotografia è emblematica di una grande passione di Newton: il cinema. Nella sua carriera rappresenta attori famosi, cui si aggiungono altri grandi artisti: da David Lynch e Isabella Rossellini a David Bowie e i Rolling Stones. La sua attenzione si rivolge anche a personaggi che appartengono al mondo della politica, tra questi, Newton fotografa Margaret Thatcher, la Iron Lady inglese, che lo colpisce: «Per me il massimo è stata Margaret Thatcher: che cosa c’è di più sexy del potere?».

Il nudo di Helmut Newton è ben diverso da quello di altri fotografi: non c’è introspezione, il corpo non è una mappatura dell’anima e non racconta una storia personale. La storia, piuttosto, è una spensierata costruzione:

Sono come tante altre persone: mi siedo sulla spiaggia o sulla terrazza di un caffè, guardo la gente – soprattutto le donne – e mi invento delle storie.

Chiara Vitali per MIfacciodiCultura