le_tre_eta_della_donna KlimtIl mistero femminile è il soggetto principale delle opere di Gustav Klimt (Vienna 1862 – 1918), per l’appunto definito dai critici il pittore delle belle donne. Con i suoi occhi ci ha raccontato la storia di dame viennesi dalla pelle candida, di eroine mitologiche e donne comuni trasformando i soggetti quasi sempre in erotici. Le sue predilette sono le donne in oro, realizzate nella piena maturità artistica, con le quali esplora l’universo femminile che ben conosce avendo vissuto infatti per tutta la vita con sua madre e le sue sorelle. Attraverso la raffigurazione dei soggetti Klimt affronta il grande mistero della vita e della morte, le tematiche esistenziali che affliggono ogni essere umano, pensieri fissi che non hanno mai abbandonato le riflessioni di Gustav.

Le tre età della donna è sicuramente uno dei più grandi capolavori dell’artista viennese, un’opera che possiamo vantare di avere nella nostra nazione, comprata nel 1911 dallo Stato in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per la Galleria d’arte Moderna di Roma.
La donna è del dipinto protagonista assoluta. Il tempo che passa, il suo scorrere inesorabile che tutto trasforma e tutto cambia, è raccontato attraverso i corpi nudi peculiari delle tre diverse età della donna. Klimt non segue la tradizione accademica, la giovinezza non è ritratta come un’adolescente, la storia che Gustav ci vuole narrare parte dalla famiglia.

Salta subito all’occhio l’immensa dolcezza di una giovane madre, bellissima, dalla pelle luminosa e candida che per proteggere e abbracciare la sua bambina assume una posizione scomoda, la testa reclinata, e non sembra soffrirne. Gli occhi chiusi di entrambe evocano una piacevolezza e un mondo lontano nei quali saremmo curiosi di addentrarci, ma che rimangono soltanto loro.
Poteva Klimt esprimere meglio il senso della maternità, l’amore pieno che una donna prova come madre?! Con le sue linee delicate, con le sue forme ornamentali, ha rappresentato la potenza di questo legame: la bambina è protetta nell’abbraccio solido di sua madre. Uno stesso velo cinge le gambe di entrambe come a volerle unire in maniera indissolubile, come a volerle legare per sempre.

le-tre-eta-della-donna-1905La grande particolarità di Klimt, che lo rese un assoluto anticipatore, fu quella di semplificare le proprie forme esplorando l’espressività di linee e colori, avvicinandosi al mondo del simbolismo. Così lo sfondo, bidimensionale privo di qualsiasi profondità, non è soltanto un’alternanza di colori e ornamenti ma si trasforma nel cielo e nella terra, nel flusso di un divenire, nel tempo stesso. Ogni forma e ogni colore si caricano di significato.

Qualcosa però incombe sulla felicità di questo momento, è proprio alle loro spalle come un’ombra e un presagio. Sulla terra nera – un colore mai comparso prima nelle tele di Gustav Klimt – poggia un corpo totalmente differente, è di profilo e questo ne accentua maggiormente le forme. È una donna anziana, dai lunghi capelli grigi, il seno e il ventre decadenti e grandi vene avvizzite dal colore livido. È un corpo che ha dimenticato la bellezza ma che conosce lo scorrere del tempo. Il suo volto è nascosto da una mano che trattiene forse le lacrime, la disperazione, per ciò che è stato in passato. Ella rimpiange il tempo perduto.

È così che Gustav Klimt ci ha narrato del mistero della vita, del ciclo naturale della vita e della morte, attraverso la raffigurazione delle tre stagioni della femminilità, facendo parlare la donna che ritiene essere l’unica in grado di abbandonarsi totalmente all’estasi dell’amore.

Alejandra Schettino per MIfacciodiCultura